Le frontiere della medicina quantistica
Il professor Gioacchino Pagliaro ci spiega come le conoscenze della nuova fisica stanno scardinando, in medicina, la concezione causale-meccanicistica del corpo, per dare spazio a una nuova visione e teoria del rapporto Mente-Corpo.
Che cosโรจ la medicina quantistica? E la PNEI? Cosa sappiamo dellโinfluenza della mente e della spiritualitร nei progressi di cura e guarigione?
ร vero che se concentriamo la nostra atten- zione su una persona sofferente, attraverso la meditazione e la preghiera intese in senso lato, possiamo favorirne la guarigione?
ร vero che su questo si stanno compiendo studi scientifici?
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Il professor Gioacchino Pagliaro, direttore dellโUOC. di Psicologia Clinica Ospedaliera dellโAUSL di Bologna risponde e traccia, in questa articolata intervista, lโinnovativo scenario delle possi- bilitร di intervento offerte dalla medicina energetica o quantistica.
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Le sensazionali scoperte della fisica quantistica stan- no lentamente facendosi spazio nella cultura umana occidentale e nei suoi vari ambiti e applicazioni. Anche la medicina รจ stata interessata da questo feno- meno?
I primi decenni del secolo scorso sono stati caratterizzati da incredibili cambiamenti in ambito scientifico, prodotti dalle teorie di alcuni fisici che hanno creato le premesse per un vero e proprio cambio di paradigma. La portata di questi cambiamenti equivale a quella di una vera e propria rivoluzione che ha messo in crisi, ridimensionato, modi- ficato e sostituito i precedenti fondamenti della fisica. La teoria della relativitร e gli sviluppi della fisica quanti- stica hanno cambiato la concezione della realtร e dellโu- niverso, aprendo una grande contraddizione tra le loro
52 immediate applicazioni in ambito tecnologico e la loro
mancata applicazione nellโambito delle scienze umane. La contraddizione consiste nel fatto che mentre tali teo- rie hanno contribuito a creare un grande sviluppo nella tecnologia, basti pensare allโevoluzione dei computer, della telefonia, della tecnologia sanitaria (TAC, RM, PET), prevalentemente dovuto allโapplicazione della fisica quantistica, nelle scienze umane si deve arrivare agli ultimi due decenni del secolo scorso per ritrovare alcune pionieristiche utilizzazioni delle teorie quantisti- che in biologia, in medicina e in psicologia.
Questa contraddizione puรฒ esser spiegata con il pesante condizionamento che il modello causalistico e determi- nistico della fisica ha svolto in 400 anni di storia, con- solidando un pensiero acritico nei confronti dei concetti di oggettivitร , di certezza, di evidenza scientifica, riferiti alla visione della vita, della malattia, della cura e della salute. ร come se le scienze umane avessero considerato la teoria della relativitร e la fisica quantistica come teorie a loro estranee.
Come dicevo solo intorno agli anni Settanta, la medici- na, la biologia e la psicologia hanno iniziato cautamen- te, e tra molte resistenze, a confrontarsi con alcuni dei nuovi princรฌpi teorici. Infatti, ancora oggi si puรฒ dire che le scienze umane siano state appena lambite da questa rivoluzione e, nonostante si inizi a parlare di medicina quantistica, le discipline delle scienze umane continua- no a restare in gran parte arroccate alle posizioni mec- canomorfiche. Anzi, piรน precisamente a un modello meccanomorfico evoluto, il modello bio-psico-sociale, che oggi incontra un grande consenso e viene da taluni erroneamente confuso con il modello olistico.
Il modello bio-psico-sociale in realtร include alcuni ele- menti teorici innovativi (vedi dimensione psicologica, sociale, sistemica dellโindividuo), ma non destruttu- ranti la tradizionale concezione della malattia e della cura che, in tal modo, pur arricchendo lโinterpretazione dellโuomo, mantengono la sopravvivenza del paradigma materialista. Il fatto che la materia sia costituita da ener-
gia sottile, che sembra configurarsi sotto forma di informazione, pare che, ancora oggi, abbia influenzato solo in minima parte la concezione biologistica dellโessere umano. Indicativo รจ anche il fatto che le teorie filosofi- che, sociologiche, psicologiche, nelle loro formulazioni piรน vicine a queste nuove posizioni teoriche, non hanno avuto grande fortuna. Sarร solo la coraggiosa ricerca che si svilupperร intorno agli anni Ottanta in alcune delle piรน prestigiose facoltร di medicina e psicologia delle Uni- versitร degli USA, che consentirร alle scienze umane alcuni concreti collegamenti con la fisica quantistica, introducendo nuove concezioni teoriche come: medici- na energetica e quantistica, valenza mentale e spirituale della cura.
Attualmente si parla molto di Psiconeuroendocri- noimmunologia (PNEI) di che cosa si tratta e come si inscrive in questo cambiamento in atto nel paradig- ma medico-scientifico?
Un contributo molto importante a questa svolta verso una visione olistica in ambito sanitario, che sta accele- rando lโincontro fra le scienze umane e la fisica quan- tistica, รจ stato dato dalla Psiconeuroendocrinoimmuno- logia (PNEI). La Pnei, che molti confondono per una disciplina medica, รจ in realtร un ambito di ricerca e di applicazione clinica che nasce dagli studi in chiave bio- logica dello stress, condotti dallo psicologo H. Selye e dalle grandi intuizioni e teorie mediche della medicina di W. Cannon.
La PNEI nasce e si consolida allโinterno di una nuova, quanto coraggiosa, teoria biologica, la quale consentirร lo sviluppo di una nuova concezione del Sistema Immu- nitario, del Sistema Nervoso, del Sistema Endocrino. Lโuomo per la PNEI non รจ piรน paragonabile a una mac- china, a un insieme di organi, sistemi ed apparati auto- nomi, ma a un sistema interagente, in cui nulla allโin- terno dellโorganismo รจ piรน separabile ed รจ in costante interazione con lโambiente esterno.
Lo stress assume con la PNEI una grande importanza e diviene una complessa e promettente chiave interpreta- tiva per la malattia. Infatti consentirร di mettere in luce
la reazione di adattamento che si instaura tra lโorganismo e lโambiente esterno, tra i processi cognitivi colle- gati a queste relazioni e quelli biochi- mici e ormonali. Da qui lโimportanza di tutti i processi psicologici nellโin- fluenzare lโomeostasi dellโorgani- smo, in modo negativo, indebolen- dolo e favorendo lโinsorgenza della malattia, o in modo positivo, raffor- zandolo e aiutandolo nel recupero o nel mantenimento della salute.
Lโorganismo umano viene concepito
come una totalitร interagente con lโambiente, e in quan-
to tale si sostituisce lโanalogia dellโorganismo-macchina con quella dellโorganismo-sistema percorso da informa- zione. Questo passaggio rappresenta un fondamentale cambiamento nel mondo biologico, medico e psicolo- gico.
Cambia la concezione dellโuomo che non รจ piรน conside- rato come unโentitร separata e passiva, ma interagente con gli altri individui e con lโambiente sociale.
Cambia la concezione della malattia non piรน intesa solo come alterazione o lesione, come incidente biochimico o traumatico, ma come processo intimamente connesso alle interazioni individuo-ambiente e ai processi psico- logici, emozionali conseguenti.
Cambia la concezione della cura dove la modificazio- ne degli stati e degli atteggiamenti mentali, unitamente a specifiche pratiche di consapevolezza, svolgono nei confronti della sofferenza unโimportante azione di cura e, in ambito medico, contribuiscono a rendere lโinter- vento farmacologico piรน efficace. La PNEI contribuisce allo sviluppo di una Medicina Integrata che vede lโin- tegrazione delle migliori cure farmacologiche/mediche con le metodiche derivanti dalle Medicine Non Conven- zionali. Il modello piรน innovativo di PNEI a cui stanno lavorando da oltre ventโanni numerosi ricercatori e cli- nici รจ quello che si potrebbe definire PNEI Quantistica. La PNEI Quantistica prevede, oltre allโintegrazione del modello biomedico con le medicine non convenziona- li, anche lโintegrazione con i processi quantistici della mente e della realtร di cui siamo parte. In tal senso si occupa a livello quantistico dei processi energetici che caratterizzano la relazione terapeutica tra il curante e il paziente.
La PNEI Quantistica rappresenta anche il superamento della visione psicosomatica e, coerentemente con lโas- sunto che ritiene la materia una forma di energia, supera la dicotomia tra la mente e il corpo, e il loro reciproco influenzamento tra entitร separate. Nella PNEI Quanti- stica, la Mente e il Corpo sono la stessa entitร che si esprime in due dimensioni diverse e che, secondo la teoria di Bohm, appartengono rispettivamente allโordine implicato e allโordine esplicato della realtร . Allo scopo di diffondere questa concezione innovativa della PNEI, abbiamo costituito quattro anni fa lโAssociazione Inter- nazionale di Ricerca sullโEntanglement in Medicina e in Psicologia (AIREMP), e operiamo professionalmente per diffondere lโEntanglement nei processi di cura e nel mantenimento della salute.
Bene, ma che cosโรจ lโEntanglement in Medicina?
54 Il termine Entanglement, come รจ noto, significa โintreccio
inseparabileโ e sta a indicare un preciso fenomeno sco- perto a livello sub-atomico, che successivamente รจ stato riscontrato anche come esistente nella realtร macroscopi- ca. LโEntanglement รจ utilizzato anche per indicare quella particolare posizione teorica della fisica quantistica che considera la realtร come caratterizzata da:
a) interconnessione e interdipendenza tra tutti i processi che la compongono;
b) fenomeni non locali di comunicazione e interazione, quindi non legati alla classica concezione spazio- temporale, pertanto non spiegabili con le leggi del casualismo lineare;
c) una dimensione energetico-informazionale che รจ la natura di ogni manifestazione materiale;
d) una forma di intelligenza sottile che la sottende (Campo Energeti- co Universale, Campo Akashico, Coscienza Cosmica, Menteโฆ.).
In tal senso lโEntanglement รจ la struttura teorico scientifica della nuova visione della realtร e dellโuo- mo, che trova riscontri nelle recenti teorie biologiche sui campi morfici di Rupert Sheldrake, nei concetti di risonanza, di informazione, di fre- quenze e di riconversione dellโinfor- mazione a livello cellulare.
La teoria dellโEntanglement rico- nosce un ruolo di particolare rile- vanza alla Mente e alle sue capacitร di influenzare la realtร circostante attraverso lโenergia/informazione degli atteggiamenti mentali, delle intenzioni e dei sistemi di credenze. Nella PNEI Quantistica lโuomo viene considerato come unโunitร processuale, dove la mente biogra- fica (la mente di cui siamo coscienti che si esprime nella nostra vita quo- tidiana), e il corpo sono un tuttโuno e quindi lโespressione, sul piano espli- cato (percepibile) della realtร , della Mente; intendendo con tale termine quellโIntelligenza che sottende ogni
forma, entitร e processo della realtร che esiste intorno a noi. Lโuomo รจ pervaso da questa energia/informazione della Mente ed รจ caratterizzato dallโinterconnessione e dallโinterdipendenza in una condizione di inseparabilitร con il Tutto. ร Entangled con le dimensioni energetiche e spirituali della Mente.
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In Italia lei รจ stato il primo a proporre la meditazio- ne nel Servizio Sanitario Nazionale proponendo un percorso molto innovativo allโospedale in cui lavo
ra. Infatti ha introdotto, allโospedale Bellaria di Bologna un progetto, per pazienti oncologici, basato sullโintegrazione dellโinformazione medica con la pratica meditativa; dopo il Protocollo di C. Simon- ton, molti lo ritengono come uno degli interventi piรน innovativi ed efficaci nellโaiutare psicologicamente il paziente oncologico. Ce ne vuol parlare? E vuol dirci che risultati ottiene?
Nel 1992 nellโASL di Chiavenna (Sondrio) presso il Centro di Psicologia Clinica e Psicoterapia ho iniziato a utilizzare la meditazione in forma sperimentale in ambi- to psicologico. Collegandomi alla letteratura scientifica esistente, la meditazione รจ stata utilizzata su un piccolo gruppo di pazienti con disturbi dโansia e di depressione, offertisi come volontari, ed รจ stato interessante vedere come la pratica meditativa si dimostrava particolarmen- te efficace nel trattamento di quei disturbi.
Lโesperienza vera e propria si รจ sviluppata nel 2003 introducendo la meditazione nellโAUSL di Bologna, utilizzandola inizialmente in sessioni di gruppo per la gestione dello stress e per la prevenzione del burn-out e successivamente presso lโOspedale Bellaria nel trat- tamento dei disturbi psicopatologici reattivi alla patolo
gia tumorale. Attualmente, sulla scorta delle importanti evidenze scientifiche di efficacia che sono emerse dagli studi svolti negli ultimi quarantโanni, la meditazio- ne viene utilizzata nella Unitร Operativa di Psicologia Ospedaliera per la gestione dello stress dei pazienti e dei famigliari, per trattare le problematiche psicopato- logiche reattive alla patologia organica e con i pazienti cardiopatici per le benefiche ricadute a livello cardio- vascolare.
Da due anni sono state attivate alcune interessanti espe- rienze in ambito neurologico con pazienti in fase iniziale di sclerosi e di atassia. Le principali evidenze scientifi- che sullโefficacia della meditazione, oltre al trattamento dei disturbi psicologici e psicopatologici sopra citati, riguardano anche le importanti azioni di contenimento della nausea, della fatica, del vomito in quanto effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia. Inoltre la
meditazione, essendosi dimostrata efficace nellโallevia- re il dolore, la usiamo spesso come importante integra- zione del trattamento farmacologico.
ร evidente che la meditazione nei disturbi psicologici si configura in molti casi come una vera e propria pratica di cura a sรฉ stante. Cosa che invece non si puรฒ sostene- re nellโambito delle patologie organiche, che richiedo- no prima di tutto il trattamento medico piรน appropriato e solo secondariamente la meditazione, che si viene a configurare come una pratica integrativa che ha lโobiet- tivo di trattare la problematica psicologica connessa alla patologia, di riattivare il riequilibrio energetico della persona, di rendere il paziente piรน aderente alle cure mediche per potenziarne lโeffetto.
La meditazione in ambito ospedaliero puรฒ diventare il punto centrale dellโintegrazione tra le attivitร psicolo- giche e mediche. Il progetto ArmoniosaMente, realiz- zato nella nostra AUSL รจ lโesempio concreto di questa integrazione. Partendo dal dato che da anni numerose ricerche hanno messo in luce che un paziente informato sul percorso di cura ottiene migliori effetti, ho creato in collaborazione con gli specialisti medici dellโAUSL il progetto denominato ArmoniosaMente.
ArmoniosaMente si basa su questi
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Attualmente la meditazione inizia
a essere utilizzata, anche se non in maniera sistematica, in diverse realtร sanitarie, che vanno dai Consultori ai Servizi
di Salute Mentale
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due importanti aspetti: la corretta informazione sanitaria sul percorso di cura e sugli stili di vita e le prati- che meditative.
Il particolare disorientamento esistenziale della persona che si ammala di tumore, con il conse- guente corredo di disturbi psicopa- tologici, fa emergere lโimportanza di una corretta informazione sugli iter di cura e della meditazione, allo scopo di creare una forte adesione del paziente alle cure mediche
ArmoniosaMente รจ organizzato con gruppi omogenei di pazienti, fino a un massimo di 15 e, a seconda del settore, oncologico, cardiologico o neurologico, lโinfor- mazione sanitaria vedrร coinvolti gli specialisti del per- corso di cura della specifica patologia.
Ad esempio nel caso di ArmoniosaMente rivolto a donne con tumore alla mammella sono coinvolti tutti i medici del Percorso di cura di questa patologia. Ogni gruppo seguirร 11 incontri a cadenza settimanale della durata di due ore ciascuno. I primi sei incontri riguar- dano la parte informativa sullโiter di cura e sul corretto stile di vita. In questo caso il primo incontro รจ tenuto dal senologo che si confronta con le pazienti nel pre- sentare il suo ambito di competenza, il secondo รจ tenuto dal chirurgo che presenta alle donne le varie tipologie
di intervento chirurgico, il terzo dallโoncologo che illu- 55
stra i tipi di trattamento, il quarto dalla radioterapista che
presenta lโimportanza di questi trattamenti, il quinto dal dietologo e dalle dietiste che parlano del ruolo dellโa- limentazione nel paziente oncologico, il sesto e ultimo incontro รจ condotto dal medico specialista dello sport che spiega lโimportanza di una equilibrata attivitร moto- ria nel mantenimento della salute. In ognuno di questi incontri le pazienti hanno la possibilitร di confrontarsi con lo specialista, acquisendo maggiore consapevolezza e capacitร di controllo su quello che stanno e dovranno affrontare. Nei restanti 5 incontri, le pazienti avranno modo di apprendere in gruppo una pratica meditativa della tradizione tibetana, che prevede delle specifiche visualizzazioni finalizzate non solo al trattamento dei disturbi psicologici, ma anche dello stress per aiutare il Sistema Immunitario. I benefici di ArmoniosaMente, emergono dallโesperienza di oltre 1500 pazienti trattati nel corso di questi anni.
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Lโesperienza che lei sta portando avanti presso lโo- spedale Bellaria di Bologna, viene condivisa e diffu- sa ad altre realtร ospedaliere italiane? Cโรจ interesse
da parte di altre ASL verso gli importanti risultati da voi ottenuti e le pratiche di integrazione di tera- pie non convenzionali in oncologia cosรฌ come in altri ambiti?
Attualmente la meditazione inizia a essere utilizzata, anche se non in maniera sistematica, in diverse realtร sanitarie, che vanno dai Consultori ai Servizi di Salute Mentale. Significative sono le esperienze sperimenta- li che vengono condotte in alcune Aziende Ospedaliere del Piemonte, della Lombardia e della Toscana. Il dato interessante รจ la crescita della domanda di formazione prevalentemente richiesta da psicoterapeuti, oncologi e cardiologi. La UOC di Psicologia Ospedaliera del Dipar- timento Oncologico dellโOspedale Bellaria dellโAUSL di Bologna organizza da 6 anni, con crediti ECM, un appo- sito Corso di Formazione, di 140 ore, finalizzato allโin- segnamento del Protocollo ArmoniosaMente in ambito oncologico, cardiologico e neurologico.
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Le sue parole e la descrizione di ciรฒ che state spe- rimentando mi ha fatto fare unโimmediata associa
zione mentale con la preghiera. Pregare per persone ammalate, sofferenti o in difficoltร รจ pratica abituale per molte persone…
La meditazione nella sua matrice, รจ, e resta prima di tutto, una pratica spirituale a cui sia il laico che il creden- te di qualunque religione si puoโ avvicinare, in quanto non richiede alcun cambiamento di religione, ideologia o convinzione. La meditazione tibetana che utilizziamo a Bologna, pur restando coerente nella struttura a quella originale, non presenta ovviamente alcun legame o rife- rimento a pratiche religiose. Pertanto la meditazione che si usa in ambito sanitario non รจ una forma di preghiera e non ha alcun collegamento con essa. La meditazione nella medicina tibetana รจ prima di tutto una pratica di cura e di evoluzione personale e in quanto tale รจ stata studiata scientificamente da un punto di vista medico e psicologico. Lโassociazione che alcuni fanno tra la meditazione e la preghiera, non รจ del tutto impropria, perchรฉ alcune ricerche hanno dimostrato che in svaria- ti casi la preghiera puรฒ svolgere unโazione terapeutica. Lโaspetto a mio avviso piรน interessante di questi studi consiste nella cosiddetta azione a distanza della preghie- ra nei confronti di pazienti.
Per comprendere meglio questo aspetto non locale di un effetto a distanza, la UOC di Psicologia Ospedaliera dellโAUSL di Bologna, in collaborazione con il Dipar- timento Oncologico e in particolare con lโ Unitร Opera- tiva di Oncologia, ha svolto una ricerca approvata dal Comitato Etico, per verificare lโefficacia di unโazione a distanza, su un gruppo di pazienti oncologici attraverso una pratica meditativa molto nota nella tradizione Tibe- tana, denominata Tong-Len. Questa pratica consiste nel meditare sulla sofferenza propria o di altre persone, in questo caso per dei pazienti, utilizzando la compassio- ne, per aiutarli a liberarsi dalla sofferenza. Il Tong-Len in Occidente non รจ molto noto, nonostante sia utilizzato da alcuni anni diversi ospedali degli USA e del Nord Europa e va anche detto che lโunico studio scientifico attualmente esistente รจ stato condotto lo scorso anno dalla Scuola di Medicina della Stanford University.
La ricerca che abbiamo appena concluso a Bologna sul
Tong-Len non segue la modalitร uti- lizzata alla Stanford University, che ha osservato con indagini di neuro- imaging cosa accade nei meditatori che utilizzano questa pratica, ma ha creato un gruppo di meditatori con il compito di meditare a distanza per dei pazienti seguiti oncologica- mente allโOspedale Bellaria, seppur totalmente sconosciuti al gruppo di meditatori.
Questa modalitร rende la ricerca
dellโAUSL di Bologna come la prima ricerca al mondo
sul Tong-Len praticato con queste caratteristiche.
Gli obiettivi della ricerca consistono nellโandare a veri- ficare lโefficacia di questa pratica, per un suo eventuale utilizzo sperimentale e per fare questo sono stati monito- rati i linfociti, i neutrofili, i valori pressori e da un punto di vista psicologico lโansia, lo stress e la depressione.
A distanza di 3 o 5 anni dalla conclusione della ricerca si andrร a vedere nel registro dei tumori che cosa sarร successo nella vita di questi pazienti. La ricerca preve- deva un campione di 80 pazienti, di questi 80 in manie- ra randomizzata ne sono stati scelti 40 e gli altri hanno formato il gruppo di controllo. Attualmente lโUOC di Epidemiologia e Prevenzione sta elaborando tutti i dati. Gli esiti della ricerca saranno presentati in un congresso che prevediamo di organizzare come AUSL di Bologna tra marzo e aprile del corrente anno Grazie professor Pagliaro, da parte di tutta la reda- zione per questo innovativo approccio alla malattia e per la grande umanitร che dimostrate verso i pazienti.
A cura di Romina Alessandri


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