Una storia Zen:
Il Vaso Rotto
Un giovane monaco si recò dal suo maestro, turbato dal suo percorso spirituale. Sentiva di fare progressi, ma allo stesso tempo, ogni volta che pensava di aver raggiunto la pace, qualcosa dentro di lui si spezzava, e il senso di inquietudine riemergeva.
“Maestro, perché, ogni volta che sento di avere trovato pace, questa si dissolve? Perché continuo a sentire una frattura dentro di me?”
Il maestro lo ascoltò in silenzio, poi si alzò e gli mostrò un vecchio vaso di terracotta.
Il vaso, benché rotto e riparato con cura, mostrava ancora le crepe che lo segnavano.
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“Osserva questo vaso,” disse il maestro. “Era prezioso anche prima di rompersi, ma ora, con le sue crepe, è diventato ancora più bello.”
“Ma non è più un vaso perfetto,” protestò il monaco. “Non può trattenere acqua come prima.”
Il maestro sorrise. “Esattamente. Proprio come te. Non sei qui per diventare perfetto o per trattenere tutto dentro di te.
Sei qui per rompere le tue illusioni, per farti attraversare dalla luce. Le crepe non sono fallimenti; sono aperture attraverso cui passa la consapevolezza. Non è la pace che ti abbandona, ma il tuo stesso attaccamento alla perfezione che ti porta inquietudine.”
Il giovane monaco comprese allora che il vero scopo del suo cammino non era aggiustare ciò che pensava fosse rotto dentro di lui, ma permettere alla luce di passare attraverso le sue imperfezioni.
Da quel giorno, trovò pace nella sua stessa natura, proprio come il vecchio vaso.
Questa storia ci insegna che, nel cammino spirituale, spesso la guarigione avviene attraverso l’accettazione delle nostre crepe e imperfezioni. La vera illuminazione non consiste nell’essere integri o perfetti, ma nel lasciarsi attraversare dalla luce, che entra proprio dai punti dove ci siamo “spezzati” !
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