Vittorio Marchi: un grande studioso di fisica passato dalla “Scienza” alla “Coscienza”
– Intervista a Vittorio Marchi-Di Giovanni Pelosini
Il professor Vittorio Marchi era un insegnante e ricercatore di fisica che, da molti anni, aveva orientato i suoi studi verso tematiche spesso trascurate dagli scienziati tradizionali.
Egli ha esplorato le potenzialità ancora sconosciute dell’essere umano, l’energia che permea l’Universo, i misteri della vita e del cosmo, e gli archetipi eterni. Grazie a questa ricerca, ha sviluppato un ambito unico di indagine che collega scienza e spiritualità, razionalità e misticismo. La sua conoscenza, vasta e profonda, merita la massima attenzione.
Ho avuto il piacere di invitarlo al Festival della Letteratura di Cecina e di raccogliere, in questa straordinaria intervista, i suoi pensieri. Le sue parole offrono spunti profondi sulla natura di noi stessi e del mondo.
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Come e quando un grande studioso di fisica come lei è passato dalla “Scienza” alla “Coscienza”?
Come? Osservando che la materia, considerata il fondamento della visione meccanicistica della realtà, non era poi così “solida” come si credeva. Questa perdeva la sua consistenza materiale e si trasformava sempre di più in un Pensiero.
Quando? Quando, grazie alle scoperte nel campo della fisica quantistica e agli studi delle neuroscienze, al CERN di Ginevra abbiamo compreso che la sostanza primordiale non è la materia, bensì l’Informazione: un campo di coscienza universale, interamente intelligente. Questo è ciò che la fisica chiama oggi “Campo Energetico Unificato” e che, 5000 anni fa, i mistici definivano “Akasha”.
Quali sono stati i suoi Maestri e i suoi principali punti di riferimento?
Il mio maestro è stato un libro a lungo cercato e, successivamente, il suo autore, e amico di Enrico Fermi, ha deciso di passarmi il “testimone”.
Questo avvenne grazie all’incontro tra il misticismo orientale e la fisica quantistica. Quando la fisica è scesa nel mondo subatomico, ha permesso di comprendere le Sacre Scritture e i testi himalayani.
Ho così scoperto che tempo e spazio perdono significato a livello profondo: il misticismo orientale e la scienza occidentale si sono incontrati sul piano del “sottile”.
I suoi pensieri hanno mai creato problemi in ambito accademico?
Inevitabilmente. La fisica quantistica dimostra che il mondo materiale, considerato reale, svanisce nella sua inconsistenza fisica. Gli accademici conservatori, per difendersi, affermano che le leggi del mondo subatomico non si applicano al macroscopico. Tuttavia, esperimenti come quelli di Anton Zeilinger dimostrano il contrario.
Il problema è che il mondo accademico fatica ad accettare che il mondo spirituale sia il naturale prolungamento della scienza.
Come la fisica quantistica conferma le visioni mistiche antiche?
Il misticismo orientale afferma che Dio non è un’entità, ma uno stato di consapevolezza. Per secoli, il misticismo ha usato simboli e miti per esprimere concetti di Assoluto Eterno che eliminassero l’idea di origine e fine. La scienza quantistica, arrivando con il suo linguaggio, ha tradotto queste verità millenarie in termini comprensibili, confermando i testi dei Veda e dei Vedanta: non esiste un “altrove”, ma un “ovunque”, non un “quando”, ma un “qui e ora”.
Quale futuro immagina per la scienza e l’umanità?
Se i ricercatori supereranno la visione meccanicistica, potranno dedicarsi alla coscienza cosmica e al Campo Unificato. Dovremo comprendere che Osservatore e Osservato sono UNO. Questo legame profondo tra uomo e cosmo è sostenuto dalla psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI) e da progetti come “Aware” dell’Università di Southampton.
Qual è il ruolo dell’uomo nell’Universo?
L’uomo e l’universo sono indissolubilmente legati, come il seme e l’albero. Senza l’osservatore, non esiste l’osservato: sono Uno. La vita è un continuo riflettersi del Tutto.
Perché è difficile accettare l’idea di Unità?
Perché le religioni ci hanno educato a vedere Creatore e Creato come separati. Questo ha generato un business di intermediazione che sfrutta l’umanità. In realtà, siamo un unico organismo o Campo di Coscienza Universale, interamente intelligente.
Che cos’è il tempo?
Il tempo nasce dalla trasformazione dell’energia in materia. Tuttavia, il tempo e lo spazio non esistono realmente: tutto è, simultaneamente, in un eterno presente.
Chi è Vittorio Marchi
Vittorio Marchi, nato a Roma il 30 luglio 1938, è stato un insegnante di fisica e ricercatore. Dopo aver conosciuto l’ingegnere compagno di studi di Enrico Fermi, ha orientato le sue ricerche verso lo spirito, dedicandosi alla comunicazione delle potenzialità umane. Tra le sue opere:
L’Uno detto Dio
La Vertigine di Scoprirsi Dio
La Scienza dell’Uno
Mirjel, il Meraviglioso Uno
Vittorio Marchi, nel suo libro “La Vertigine di Scoprirsi Dio”, esplora l’idea che la divinità non sia un’entità esterna, ma una consapevolezza presente in ogni individuo. Egli sostiene che la fisica e la metafisica, connettendosi, rivelano che la ricerca del divino va intrapresa dentro di noi stessi.
Marchi propone che l’Universo sia permeato da un campo di coscienza universale, un “Campo Energetico Unificato”, che le antiche tradizioni chiamavano “Akasha”. Questo campo è interamente intelligente e presente in ogni cosa, compresi noi stessi.
Marchi invita a superare la visione dualistica che separa il Creatore dal Creato, suggerendo che l’osservatore e l’osservato sono la stessa cosa. Questo concetto è in linea con le scoperte della fisica quantistica, che mostrano come l’osservazione influenzi la realtà osservata.
In sintesi, Marchi incoraggia a riconoscere la divinità intrinseca in ogni individuo, sottolineando che la vera comprensione di Dio emerge quando ci rendiamo conto che siamo parte integrante dell’Uno universale.
Marchi afferma: “Se effettivamente vogliamo un mondo migliore, dobbiamo incominciare a capire che nessuno può sfuggire alla sua legge: quel mondo siamo noi !”