*Viviamo in una realta’ simulata o reale?*
L’idea che la realtà in cui viviamo possa essere una simulazione virtuale è un tema affascinante e sempre più discusso, sia in filosofia che in scienza. Tra i sostenitori e gli studiosi di questa teoria vi sono diversi scienziati e pensatori.
Uno dei contributi più noti è quello del filosofo Nick Bostrom, che nel 2003 propose il famoso “Simulazione Argument”. Secondo Bostrom, ci sono tre possibilità principali:
Nessuna civiltà raggiunge mai una fase tecnologica avanzata per creare simulazioni;
Le civiltà che raggiungono questo livello tecnologico non hanno interesse a creare simulazioni del passato;
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Se le civiltà avanzate creano simulazioni, allora è probabile che noi stessi viviamo in una simulazione, poiché ci sarebbero molte più simulazioni che realtà fisiche.
La terza opzione suggerisce che, statisticamente, sarebbe molto più probabile che siamo all’interno di una simulazione piuttosto che nella “vera” realtà.
Il fisico e imprenditore Elon Musk è un altro sostenitore della teoria. Egli afferma che, dato il rapido progresso tecnologico, in particolare nello sviluppo di realtà virtuali e intelligenze artificiali, c’è una probabilità molto alta che l’universo sia una simulazione.
David Chalmers, un noto filosofo della mente, ha anche esplorato questa teoria, sostenendo che, anche se fossimo in una simulazione, non renderebbe meno “reale” la nostra esperienza. La simulazione sarebbe comunque una realtà che esiste, anche se creata artificialmente.
Dal punto di vista scientifico, la teoria della simulazione è difficilmente dimostrabile o falsificabile. Neil deGrasse Tyson, astrofisico, ha espresso la possibilità che l’idea della simulazione sia valida, ma ha anche riconosciuto che è praticamente impossibile avere prove definitive a favore o contro questa ipotesi.
Un approccio scientifico recente riguarda lo studio delle leggi fisiche. Alcuni scienziati si chiedono se l’universo digitale possa essere rivelato attraverso discrepanze nella fisica quantistica o anomalie nei modelli matematici, suggerendo che il mondo potrebbe essere costruito con codice simile a un software.
In sintesi, mentre la teoria della simulazione è affascinante e stimolante, non esistono prove concrete che la confermino o la smentiscano. Rimane un argomento aperto a molteplici interpretazioni, dibattiti e riflessioni.
Chi è contrario alla teoria della simulazione, in particolare molti scienziati e filosofi, argomenta principalmente contro l’idea basandosi su vari punti logici e scientifici. Ecco alcune delle principali obiezioni:
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1. Impossibilità di prova
Una delle principali critiche viene da scienziati come Neil deGrasse Tyson, che pur riconoscendo la fascinazione dell’idea, sottolinea la difficoltà di dimostrazione o falsificazione della teoria. La scienza si basa su dati verificabili e modelli riproducibili, e la teoria della simulazione, essendo per definizione indistinguibile dalla realtà, non offre alcun modo chiaro per verificarla o confutarla. È una proposta che, sebbene interessante, rischia di cadere nel regno della pura speculazione.
2. Complessità della simulazione
Un’altra forte obiezione è la complessità e la potenza di calcolo necessarie per simulare un intero universo, compresi i miliardi di persone che lo abitano, le interazioni tra particelle subatomiche e tutte le leggi della fisica conosciute. Secondo critici come il fisico Sabine Hossenfelder, creare una simulazione così perfetta e dettagliata richiederebbe un sistema di calcolo incredibilmente avanzato, tale da rendere l’idea poco realistica, anche per civiltà molto avanzate.
3. Problemi epistemologici
Altri filosofi, come David Chalmers, sottolineano che, anche se fossimo in una simulazione, non cambierebbe la nostra esperienza del mondo, e quindi la distinzione tra “simulazione” e “realtà” potrebbe essere insignificante dal punto di vista pratico. In altre parole, se tutto ciò che sperimentiamo è simulato, ma funziona esattamente come una realtà non simulata, ha davvero importanza?
4. Il principio di Occam
Molti critici utilizzano anche il rasoio di Occam, un principio filosofico secondo cui la spiegazione più semplice è probabilmente quella corretta. Argomentano che ipotizzare un universo “simulato” introduce una complessità non necessaria rispetto all’idea che l’universo sia semplicemente reale così come lo percepiamo. Non ci sono prove sufficienti che giustifichino l’introduzione di questa nuova ipotesi complessa.
5. Contro argomentazioni tecnologiche
Altri scienziati, come Scott Aaronson, esperto di informatica quantistica, sostengono che la tecnologia necessaria per simulare l’intero universo a livello quantistico non solo sarebbe inimmaginabilmente complessa, ma potrebbe violare i limiti fisici dell’informazione conosciuti.
Non esiste ancora alcuna evidenza che sistemi informatici futuri possano avere una potenza sufficiente per simulare l’universo nei minimi dettagli.
6. Argomento della coscienza
Un’altra critica interessante proviene da filosofi della mente. Alcuni, come John Searle, suggeriscono che la coscienza umana non può essere simulata da un computer in modo autentico. Secondo questa visione, la simulazione di un essere umano non potrebbe produrre una vera “coscienza” o un’esperienza soggettiva come quella che viviamo. Questo porterebbe alla conclusione che, se davvero fossimo in una simulazione, non avremmo una coscienza reale.
In sintesi, chi è contrario alla teoria della simulazione mette in discussione la sua verificabilità, la complessità tecnologica, e l’importanza pratica di questa idea, mentre altri mettono in dubbio che una simulazione potrebbe riprodurre l’esperienza umana in maniera autentica.
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