XENOHORMESIS : quando mangiamo vegetali che hanno lottato per sopravvivere assorbiamo la loro forza e capacità di adattamento
XENOHORMESIS : il sussurro delle piante che risveglia le nostre difese.
Le piante, nostro cibo, non è solo “carburante” ma informazione che riprogramma le nostre cellule!
Prima di tutto bisogna comprendere questo nome così particolare che viene dal greco antico e porta in sé il significato profondo di ciò che descrive
Xenohormesi nasce dall’unione di xeno che significa straniero estraneo forestiero la stessa radice che troviamo in xenofobia ma qui usata con amore e hormesis che indica lo stimolo benefico la risposta positiva a uno stress leggero
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Letteralmente xenohormesi significa lo stimolo benefico che viene dallo straniero ed è esattamente questo che accade quando molecole prodotte da un regno vivente diverso dal nostro ,quello vegetale, entrano nel nostro corpo e risvegliano le nostre difese più profonde
C’è un dialogo silenzioso che avviene tra i regni della vita e questo linguaggio non usa parole ma molecole, messaggi che attraversano il confine tra le specie per portare saggezza antica come il mondo.
Le piante sanno parlare e quando sono in difficoltà quando il sole brucia troppo forte o l’acqua scarseggia o gli insetti le attaccano loro producono sostanze speciali che sono insieme grido di aiuto e dono prezioso per chi le ascolta
La xenohormesi è questa conversazione, è questo patto evolutivo tra vegetale e animale dove le molecole di stress vegetale diventano elisir di longevità per noi che le consumiamo
E’ come se le piante ci dicessero: attenzione tempi difficili stanno arrivando preparatevi e noi rispondiamo attivando le nostre difese cellulari più profonde !!!
David Sinclair biologo molecolare di Harvard è stato tra i primi a formulare questa ipotesi rivoluzionaria studiando il resveratrolo (un polifenolo presente nell’uva rossa e nel vino che ha proprietà antiossidanti e anti-invecchiamento) quella molecola che è diventata famosa per i suoi effetti sulla longevità.
Ma il resveratrolo non è un nutriente nel senso classico del termine non fornisce calorie o vitamine è invece un segnale un messaggio che la vite produce quando è sotto stress da patogeni o da radiazioni ultraviolette. Quando noi consumiamo questa molecola le nostre cellule la riconoscono come un avvertimento e attivano i geni della sopravvivenza, quegli stessi geni che si accendono durante il digiuno o l’esercizio fisico intenso !!!
Le sirtuine (una famiglia di sette proteine che il nostro corpo produce naturalmente dentro le cellule e che funzionano come guardiani della longevità riparando il DNA e regolando il metabolismo) sono le proteine guardiane della nostra longevità e il resveratrolo le attiva in modo potente
Queste proteine riparano il DNA migliorano la funzione mitocondriale aumentano la resistenza allo stress ossidativo e rallentano i processi dell’invecchiamento.
Ma la cosa straordinaria è che le piante producono il resveratrolo non per noi ma per se stesse per difendersi dai funghi e dai batteri. Noi intercettiamo questo messaggio e lo usiamo per i nostri scopi in un esempio perfetto di intelligenza evolutiva condivisa !!!
I polifenoli (molecole vegetali con potenti proprietà antiossidanti presenti in frutta verdura tè e cacao) sono una famiglia vasta e molte di loro funzionano secondo il principio della xenohormesi
La quercetina che abbonda nelle cipolle e nelle mele viene prodotta dalla pianta quando è esposta a luce ultravioletta intensa o a temperature estreme
L’acido ellagico (un potente antiossidante presente nei melograni nelle noci e nei frutti di bosco che protegge le cellule vegetali dai danni) presente nei melograni e nelle noci emerge quando la pianta affronta stress meccanico o attacchi di insetti
Il sulforafano (un composto solforato delle crucifere con potenti effetti anti-cancro) dei broccoli si forma quando la pianta viene masticata o tagliata come difesa immediata contro i predatori !!!
Tutte queste molecole, entrate nel nostro corpo, attivano il fattore Nrf2 (una proteina che accende centinaia di geni protettivi e antiossidanti nelle nostre cellule) che e’ il maestro regolatore della risposta antiossidante cellulare
Ma c’è una bellezza ancora più profonda in questo meccanismo
Le piante che crescono in condizioni difficili producono concentrazioni molto più alte di questi composti benefici
Un pomodoro coltivato senza pesticidi sotto il sole cocente con poca acqua avrà livelli di licopene e altri polifenoli molto superiori a un pomodoro cresciuto in serra con condizioni perfette. E’ come se la pianta trasferisse la sua resilienza a noi attraverso queste molecole.
Quando mangiamo vegetali che hanno lottato per sopravvivere assorbiamo la loro forza la loro capacità di adattamento
la xenohormesi spiega anche perché le diete ricche di vegetali freschi e poco processati sono così protettive contro le malattie croniche. Non è solo una questione di vitamine e minerali ma di questi segnali molecolari che mantengono attivi i nostri sistemi di riparazione cellulare (grazie piante!!!!!!!!!!)
In natura i nostri antenati consumavano piante selvatiche molto più ricche di composti difensivi rispetto alle varietà moderne selezionate per velocita’e resa. Forse la nostra salute moderna soffre anche di questa carenza di messaggi di stress vegetale che un tempo ci tenevano in allerta e pronti
Il digiuno intermittente e la restrizione calorica producono benefici simili alla xenohormesi attraverso l’attivazione degli stessi pathway molecolari
I pathway molecolari (in italiano “vie molecolari” o “percorsi molecolari”) sono come autostrade di comunicazione dentro le nostre cellule
Immagina una catena di eventi dove: una molecola (per esempio il resveratrolo dell’uva) entra nella cellula
questa molecola “accende” una proteina, quella proteina attiva un’altra molecola e così via, come un effetto domino fino ad arrivare al nucleo della cellula dove vengono accesi o spenti certi geni
Un esempio pratico:
Il resveratrolo → attiva le sirtuine → che riparano il DNA → che rallentano l’invecchiamento. Questo è un pathway molecolare!
In pratica essi:
Sono i “programmi” che la cellula usa per rispondere all’ambiente. Quando mangi un broccolo ricco di sulforafano ad esempio, attivi il pathway Nrf2 che accende centinaia di geni protettivi!
E’ bellissimo perché questo dimostra che il cibo non è solo “carburante” ma informazione che riprogramma le nostre cellule!
Quando digiuniamo le cellule percepiscono uno stress nutrizionale leggero e attivano l’autofagia (il processo di pulizia cellulare dove la cellula “mangia” e ricicla le sue parti danneggiate) il processo di pulizia e riciclo dei componenti cellulari danneggiati. Le molecole vegetali di stress mimano questo segnale senza richiedere la privazione di cibo creando uno stato di allerta benefica costante
Gli isotiocianati (composti contenenti zolfo che si trovano nelle verdure crucifere e hanno potenti proprietà antitumorali) presenti nelle crucifere come cavoli, cavolfiori e rucola e sono tra i più potenti attivatori della xenohormesi
Queste molecole sono letteralmente tossiche a dosi elevate e la pianta le produce come pesticidi naturali , ma noi le assumiamo a dosi basse mangiando questi vegetali che stimolano i nostri enzimi di detossificazione e proteggono contro il cancro !
E’ il principio dell’hormesis portato all’estremo: ciò che è veleno in grande quantità ,diventa medicina in piccole dosi
Ma la xenohormesi non è solo una questione di biochimica è anche una lezione di ecologia e di relazione con la natura.
Ci insegna che la salute emerge dalle connessioni tra forme di vita diverse che abbiamo co-evoluto con le piante per milioni di anni e che il nostro benessere dipende dalla loro presenza nella nostra dieta e nel nostro ambiente. Quando isoliamo le piante dalle loro sfide naturali con pesticidi e condizioni di crescita artificiali priviamo anche noi stessi di quei segnali preziosi che mantengono vigile il nostro sistema di difesa !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Le tradizioni erboristiche di tutto il mondo hanno sempre saputo che le piante raccolte in luoghi difficili, montagne aride deserti sono più potenti medicinalmente
Ora la scienza conferma questa saggezza antica attraverso la xenormesi
Il ginseng che cresce spontaneo sulle montagne coreane dopo sette anni di lotta con il clima rigido contiene concentrazioni di ginsenosidi molto superiori a quello coltivato rapidamente in piantagioni. L’artemisia che sopravvive nei terreni poveri dell’Asia centrale produce più artemisinina, il composto antimalarico che ha salvato milioni di vite
C’è anche una dimensione spirituale in questa comprensione. Le piante non sono passive depositarie di nutrienti ma esseri viventi che comunicano che rispondono all’ambiente che ci offrono doni molecolari frutto della loro esperienza. Quando consumiamo un vegetale non stiamo solo ingerendo sostanze nutritive ma entrando in una relazione con quella forma di vita assorbendo le sue memorie molecolari del clima, del suolo, degli insetti ,delle stagioni. È una forma di comunione tra specie dove le informazioni fluiscono attraverso i confini biologici
I flavonoidi del cacao producono i loro benefici cardiovascolari e cognitivi proprio attraverso la xenohormesi. L’albero di cacao produce questi composti per proteggersi dalle infezioni fungine e quando noi consumiamo cioccolato fondente ricco di flavonoidi le nostre cellule endoteliali migliorano la produzione di ossido nitrico: la pressione sanguigna si abbassa e la funzione cognitiva migliora. È un esempio di come un sistema di difesa vegetale diventa fonte di salute umana
La curcumina nella curcuma è forse uno degli esempi più studiati di xenohormesi
La pianta di curcuma produce questa molecola giallo-oro quando è sotto stress da patogeni o da condizioni ambientali sfavorevoli. Nel nostro corpo la curcumina attiva centinaia di geni legati alla riduzione dell’infiammazione, alla protezione neuronale alla prevenzione del cancro. Non è una molecola essenziale come le vitamine ma è un segnale che dice al corpo preparati i tempi sono difficili e il corpo risponde fortificandosi
Ma c’è un paradosso interessante nella xenohormesi. Molte di queste molecole vegetali sono scarsamente assorbite o rapidamente metabolizzate dal nostro corpo. Il resveratrolo per esempio ha una biodisponibilità molto bassa eppure produce effetti misurabili.
Questo ha fatto pensare ad alcuni ricercatori che forse l’effetto principale non sia dato dalla molecola stessa ma dal segnale che essa invia ai nostri recettori cellulari. E’ come se bastasse il messaggio non la presenza prolungata del messaggero
Gli adattogeni della medicina ayurvedica e cinese come l’ashwagandha (una radice indiana chiamata anche ginseng indiano che aiuta il corpo a gestire lo stress e aumenta la resistenza fisica e mentale) il rhodiola e il ginseng funzionano tutti secondo principi simili alla xenohormesi
Sono piante che crescono in ambienti estremi e producono composti che le aiutano a tollerare stress multipli. Quando le consumiamo la nostra capacità di gestire lo stress fisico mentale ed emotivo migliora non perché queste piante ci diano energia direttamente ma perché attivano i nostri sistemi adattativi endogeni !!!!
Il futuro della nutrizione potrebbe basarsi sempre più sulla comprensione della xenohormesi. Invece di cercare di eliminare ogni stress dalle piante coltivandole in ambienti perfetti potremmo imparare a stressarle strategicamente per aumentare i loro contenuti di composti benefici. Alcune aziende agricole stanno già sperimentando con tecniche di stress controllato esposizione a temperature variabili limitazione idrica mirata irradiazione UV per produrre verdure e frutti funzionalmente superiori
C’è anche un legame profondo tra xenohormesi e stagionalità. Le piante che maturano alla fine dell’estate sotto il sole intenso producono più composti protettivi di quelle raccolte in primavera.
Mangiare secondo le stagioni significa anche sincronizzarsi con i cicli di stress vegetale e ricevere i messaggi molecolari appropriati per ogni momento dell’anno. In autunno quando le piante si preparano al freddo invernale i loro frutti ci offrono sostanze che ci aiutano a prepararci anche noi
L’interconnessione tra tutti gli esseri viventi emerge con particolare chiarezza attraverso la xenormesi. Non siamo entità separate ma nodi in una rete ecologica dove le informazioni molecolari fluiscono costantemente. Le piante sentono il mondo attraverso i loro sensori biologici e condividono quella conoscenza con noi
Quando un bosco di querce viene attaccato da insetti le piante rilasciano composti volatili che avvertono le piante vicine e quando noi mangiamo le ghiande o le foglie di quelle querce assorbiamo parte di quella storia molecolare
La xenormesi ci invita anche a ripensare il concetto di cibo come medicina. Non abbiamo bisogno di megadosi di vitamine sintetiche o di integratori isolati ma di alimenti interi ricchi di quella complessità biologica che solo le piante sotto stress naturale possono produrre.
Un’insalata di erbe selvatiche raccolte in un prato di montagna contiene un universo di segnali molecolari che nessun laboratorio potrebbe replicare
E c’è qualcosa di poeticamente giusto in questo meccanismo. Le piante radicate al suolo incapaci di fuggire dai pericoli hanno sviluppato un arsenale difensivo straordinario per sopravvivere. Noi mobili e adattabili abbiamo imparato a leggere quei segnali e a usarli per rafforzare le nostre difese. È una simbiosi invisibile antica quanto l’evoluzione dei mammiferi che si nutrivano di piante milioni di anni fa
Quando cuciniamo e prepariamo il cibo dovremmo ricordare che ogni taglio ogni cottura modifica il profilo di queste molecole segnale. Il sulforafano dei broccoli si forma solo quando l’enzima mirosinase entra in contatto con il suo precursore e questo avviene quando mastichiamo o tagliamo il vegetale crudo. Cuocerli troppo distrugge l’enzima e perdiamo gran parte del beneficio. Conoscere questi dettagli ci permette di massimizzare la xenormesi che otteniamo dal cibo preparandolo con consapevolezza e rispetto
La ricerca sulla xenohormesi è ancora giovane ma sta aprendo prospettive rivoluzionarie. Stiamo scoprendo che molti dei benefici attribuiti alle diete tradizionali mediterranea giapponese okinawana non derivano solo dalla composizione in macronutrienti ma da questi segnali molecolari vegetali che attivano i nostri geni della longevità. Forse il segreto delle zone blu dove le persone vivono oltre i cento anni sta anche nella qualità e varietà delle piante selvatiche che ancora consumano
In definitiva la xenohormesi ci ricorda che siamo parte di un continuum vivente dove i confini tra le specie sono permeabili e le informazioni fluiscono liberamente. Ogni boccone di vegetale è un atto di comunicazione inter-specie, un momento in cui la saggezza evolutiva delle piante incontra la nostra biologia e ci trasforma. Non stiamo solo mangiando stiamo ascoltando
E forse la cosa più bella di questa scoperta scientifica è che ci riporta a una verità antica che le culture indigene hanno sempre conosciuto. Quando i popoli nativi ringraziavano le piante prima di raccoglierle non stavano compiendo un rito superstizioso ma riconoscevano una relazione reale. Le piante davvero ci parlano ci nutrono non solo con sostanze ma con saggezza codificata in molecole che sono messaggi d’amore e di cura.
Ogni foglia ogni radice ogni frutto porta in sé la storia della sua lotta per esistere e quando la consumiamo quella storia diventa parte di noi ci rende più forti più resilienti più vivi
Così la prossima volta che addenti una mela croccante o assapori l’amaro di una rucola selvatica fermati un istante e ascolta davvero. Quel sapore intenso quel retrogusto pungente non è un difetto ma un dono è il sussurro della pianta che ti dice ho vissuto ho lottato ho prodotto queste molecole per difendermi e ora le offro a te perché tu possa prosperare.
È un dialogo che attraversa i regni della vita, un ponte di molecole tra chi è radicato nella terra e chi cammina su di essa ed è forse una delle forme più antiche e pure di amore, quella che non chiede nulla in cambio ma dona semplicemente perché è nella natura della vita nutrire altra vita !!!
La xenohormesi ci insegna che non siamo mai soli che ogni respiro ogni battito del cuore è sostenuto da una rete invisibile di relazioni che ci collegano alle piante agli alberi ai prati selvatici.
E in un’epoca dove ci sentiamo così spesso disconnessi isolati questa scienza ci riporta a casa ci ricorda che apparteniamo a una famiglia molto più vasta di quella umana una famiglia che include ogni essere verde che cresce sotto il sole e che con noi condivide il miracolo di essere vivi
XENOHORMESI: quando mangiamo vegetali che hanno lottato per sopravvivere assorbiamo la loro forza e la loro capacità di adattamento. Non è forse questa una verità che ci fa riflettere profondamente?
Sotto stress le piante producono sostanze di resilienza e così facendo ci insegnano che anche noi possiamo diventare resilienti a nostra volta. Perché in fondo la vita è sempre una conquista in mezzo alle difficoltà e le piante che ci nutrono lo sanno bene. Loro radicate al suolo incapaci di fuggire hanno imparato l’arte della resistenza e ora attraverso le loro molecole ci sussurrano questo insegnamento antico: la forza non nasce dall’assenza di sfide ma dalla capacità di trasformarle in medicina per sé e per gli altri
GRAZIE PIANTE!
GRAZIE
questo scritto non si puo’ copiare e’ gia nel mio libro che sto finendo di scrivere