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10 Segreti Per Non Perdere Mai L’equilibrio Come Insegna Philippe Petit
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10 segreti per non perdere mai l’equilibrio come insegna Philippe Petit

The Walk e 10 segreti per non perdere mai l’equilibrio come dice Philippe Petit

 

«Lo sport non ha la profondità dell’arte: quando mi esibisco mi impegno a offrire ogni volta

la visione più nobile di un miracolo».

 

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Cavarsela, restare in piedi, raggiungere un equilibrio tra le Torri Gemelle come nella vita: la lezione del funambolo Philippe Petit

Nessuno come lui sa cosa sia l’equilibrio: è abituato a camminare su un filo sospeso tra altezze pari alle Torri Gemelle.

 

Sessantasei anni, funambolo, mimo, giocoliere, arrestato oltre 500 volte per imprese tra grandi palazzi, capace di attraversare – sempre su un filo – i campanili di Notre Dame come le cascate del Niagara. In una parola, quella con cui lui stesso ama definirsi, un vero “artista”.

Non a caso il francese Philippe Petit è stato fonte di ispirazione prima del documentario Man on wire poi del nuovo film di Robert Zemeckis The Walk, presentato alla Festa del Cinema di Roma e in questi giorni nelle sale.

Per camminare sospeso nell’aria di fronte, o meglio al di sopra, di migliaia di persone si allena tre ore al giorno. Ma guai a definirlo uno sportivo:

«Lo sport non ha la profondità dell’arte: quando mi esibisco mi impegno a offrire ogni volta la visione più nobile di un miracolo».

 

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Ecco i 10 segreti per restare in equilibrio, sul filo come nella vita, secondo Petit:

 

10. Guardare il mondo da una prospettiva diversa

Tu sei sopra, sulla cima di un grattacielo.

Gli altri sotto, così infinitamente sotto che paiono spilli curiosi. Questa la condizione che ha scelto, da sempre, Petit. Una condizione che gli ha insegnato almeno tre cose: guardare il mondo con altri occhi, considerare la cima come un punto di inizio, avere rispetto per chi sta in basso.

 

9. Accogliere la solitudine

Un funambolo è solo sul suo filo. La solitudine non è solo qualcosa con cui fare i conti, ma una condizione da considerare come un’occasione: “Devi sentire la solitudine e scoprire che per un artista è bella, piena e importante».

 

8. Trovare attimi in cui sentirsi re

Il trono, lo chiama lui. Quel mix di ‘qui e ora’ che ti fa sentire per un istante il re del mondo. Lui lo ha scoperto alla prima traversata: «C’è un momento, un punto, in cui senti che il filo diventa il tuo teatro: allora mi ci siedo sopra e mi sento come un re. Mi fermo, ammiro, ringrazio, poi la bellezza del vuoto e della città che mi ospita mi chiama a proseguire la camminata. E quando vedo migliaia di persone a guardarmi, ecco che diventa una performance».

 

7. Un cordoncino in tasca e un block notes in mano

Dalle tasche di Petit esce un cordoncino rosso: «Per me ‘the wire’, il cavo o per dirla in maniera più poetica il filo, non è mai acciaio, ma un animale vivo. Quando si curva, mi guarda come mi sorridesse». Se lo porta sempre dietro, insieme al suo block notes: «Viaggio tanto, e ogni volta butto giù degli schizzi». Immagini da catturare e far proprie, immaginando di attraversarle un domani.

 

6. Farsi ispirare dall’arte e dalla magia

«Mi porto sempre dietro giochi per fare trucchetti di magia». E’ qualcosa di cui è esperto sin da ragazzino, tanto da esser cacciato da cinque scuole diverse per aver ingannato o borseggiato i professori. L’arte, poi, è il cibo preferito di Petit. «Starei ore a fissare un quadro di Caravaggio: sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli dall’arte per le mie performance».

 

5. Tenere una scatola sotto il letto

Nessuno sa cosa ci sia sotto il letto di Petit, lui lo svela: «Tengo da sempre una grossa scatola rossa piena di montagne di fotografie». Cosa sono? «I miei sogni: posti che mi ispirano, dove vorrei mettere il filo e camminare». Un esempio? «Le teste dell’Isola di Pasqua, per fare un’esibizione mistica».

 

4. Risvegliare tutti i sensi

 

Per trovare l’equilibrio giusto la testa non basta. Né basta la concentrazione. Occorre sentire con il corpo. Recuperare l’uso dei sensi: “Il filo non ti aspetta, non ti dice nulla: è il tuo corpo che deve sentire che è il momento. Bisogna avere tutti i sensi all’erta, come gli animali».

Per questo Petit odia “cellulari, orologi e tutti quegli stupidi aggeggi che ci fanno dimenticare di avere sei sensi. Che poi per me sono dodici».

 

3. Allontanare le paure

La paura rende vulnerabili e se vuoi mantenere dritto il tuo cammino devi essere invincibile. “Non ho mai paura prima di una performance, mentre cammino sono troppo impegnato al non rischiare la mia vita e a regalare uno spettacolo elegante e nobile a chi guarda”.

 

2. Credere che tutto sia possibile

«Osservare le montagne e realizzare, di colpo, che non sono così grandi, così insormontabili: che nulla è impossibile». Neanche camminare sospesi nel vuoto. Per farlo bisogna credere in se stessi e nelle proprie infinite possibilità tanto da «riuscire a ispirare chi guarda a seguire i loro sogni. Questo mi dicono sempre quando mi esibisco: ‘Grazie, ci hai dimostrato che l’impossibile non esiste». Forse per questo Petit non sogna mai, neanche una notte, di camminare sul filo. Sogna di più, sogna addirittura «di volare, alto, leggero».

 

1. Amare la vita

 

«Amo la vita così tanto che non potrei mai scegliere, come fate voi, un solo colore, un cibo o una scena del film». E’ l’amore smodato per la vita che gli consente di mantenere il proprio equilibrio, qualsiasi cosa capiti:

 

«Nel film The Walk c’è una scena su cui non ero d’accordo: l’inciampo. Non avrei mai potuto inciampare. Se lo avessi fatto, ora non sarei qui». Qui a parlare di quanto sia affascinante e incredibile sfidarsi, nella contemplazione estasiata della bellezza di tutto ciò che esiste. Grazie e malgrado noi.

 

http://www.gqitalia.it/show/cinema/2015/10/23/the-walk-e-10-segreti-per-non-perdere-mai-equilibrio-come-philippe-petit/

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