Quando non basta l’ABC….. c’è D+
A volte dimentichiamo di farci le domande più semplici, tipo: “Possiamo vivere senza il sole?”.
Ecco, avere una carenza di vitamina D equivale a farlo!
Non so da dove cominciare, davvero. Sono emozionato, sono felice, sono entusiasta! In fondo a questo post vedrete un video e capirete perché.
Parto dal titolo e poi faccio un passo indietro…..
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Cosa intendo per ABC?
Attività fisica;
Benessere mentale;
Cibo.
Cosa intendo per D+?
D = vitamina D;
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
+ = altri integratori (omega 3, magnesio, vitamina K2, ecc.)
E ora il passo indietro.
L’estate scorsa ho avuto una ricaduta della mia rettocolite ulcerosa e, in quel caso, il fattore stress giocò un ruolo sicuramente fondamentale. Detto questo, ad aprile dello stesso anno avevo misurato la mia vitamina D nel sangue, constatando un valore assolutamente scarso: 22 ng/ml. Questo esame si chiama 25(OH)D e vi consiglio di appuntarvelo e di andarlo a fare subito, tutti!
All’epoca feci un tentativo molto vago di integrare questa carenza, anche perché mi sentivo molto protetto dall’alimentazione e non stavo male. Poi arrivarono l’estate, lo stress e la ricaduta. A quel punto la carenza di vitamina D era passata in secondo piano e mi concentrai sul tema comunque interessante della gestione del benessere mentale.
Comunque sia, a maggio dell’anno scorso venni contattato da una ragazza, A., che non finirò mai di ringraziare per tutte le informazioni che mi sta dando e che, indirettamente, arriveranno a voi nei mesi a seguire. Lei ha una brutta malattia, la sclerosi multipla, e, come me, non si è mai arresa ai pareri dei medici, per cui ha deciso di intraprendere la sua battaglia con l’unico mezzo disponibile: la ricerca di informazioni. All’epoca mi raccontò di essere venuta a conoscenza di un medico brasiliano, che applica un protocollo basato su altissime dosi di vitamina D per trattare la sclerosi multipla, e non solo, attraverso un libro di Jeff Bowles. Il nome del medico brasiliano è Cicero Galli Coimbra. Naturalmente mi interessai subito alla questione, ma come detto prima, non la collegai in modo così importante al mio problema e alla mia carenza dimostrata dalle analisi.
NOTA: le linee guida dicono che sotto i 10 ng/ml la vitamina D è carente, sotto 20 insufficiente e sopra i 30 auspicabile. Be’, ovviamente le cose non stanno affatto così! I maggiori esperti mondiali di vitamina D consigliano valori molto più alti e, nel caso di malattie autoimmuni, tendono a portare i livelli di D3 tranquillamente oltre i 160 ng/ml.
Anche considerando i parametri ufficiali per i livelli ottimali di vitamina D, non diedi troppo peso alla questione e tirai dritto. Non l’avessi mai fatto! (A quanto pare le mie ricadute sono molto utili a me e a voi in termini di informazioni preziose. Facciamo un patto però, questa è l’ultima volta!) Così, a fine agosto di quest’anno ho avuto di nuovo una ricaduta. Ho provato a fare dei cambiamenti nella mia strategia alimentare, ho provato a migliorare la mia flora batterica con clismi di probiotici, ho avviato un proficuo dialogo con l’ospedale Gemelli per far partire la terapia fecale in Italia anche per le malattie infiammatorie croniche intestinali….. insomma, non mi sono di certo arreso di fronte al nuovo scivolone. Ma le settimane sono passate e miglioramenti non ce ne sono stati. Alla fine ho dovuto per forza inserire il cortisone nella mia solita dose d’impatto di 50mg per venirne a capo.
Poi, un giorno, mi si è accesa la lampadina e mi sono ricordato della ragazza con la sclerosi multipla e di quella terapia con alte dosi di vitamina D. Così l’ho contattata e mi ha raccontato che le cose per lei andavano alla grande, che non aveva nuove lesioni e che il suo stato di salute era migliorato notevolmente. Nessuna ricaduta per lei ed era stata in Brasile per farsi visitare personalmente dal Dr. Coimbra. Aveva avuto modo di entrare in contatto con tantissime persone che seguono questo trattamento e di continuare a comunicare con loro tramite facebook. E’ importante dire che le testimonianze valide su una patologia come questa sono a distanza di anni dall’inizio della cura e vanno comprovate con riscontri oggettivi, come la risonanza magnetica. Per questo A. è in attesa di prove tangibili e, per ora, vuole giustamente rimanere in disparte. Non c’è nulla di peggio di dare false speranze, anche se i 1.500 pazienti del Dr. Coimbra in 10 anni di attività e con un 95% di casi dimostrati di miglioramento sono decisamente un fatto concreto!
Così, A., molto gentilmente, mi gira una serie di informazioni e di articoli scientifici, dandomi la possibilità di cominciare a studiare seriamente il tema. Ciò che ne esce fuori è sconvolgente: la relazione tra stati patologici e carenza di vitamina D è inequivocabile. Lascio ai più interessati di voi una ricerca dettagliata su siti come PubMed e Scirus, anche se a questo link ho stilato un rapido elenco di studi da visionare. Ovviamente faccio di nuovo l’analisi della 25(OH)D e ottengo un pessimo 27 ng/ml. Appena letto il valore sono saltato dalla gioia! Perché? Perché è una conferma, perché adesso so con certezza che manca una gamba al tavolo e che non poteva stare in piedi solo su 3. Bastava poco per farlo cadere.
Ma accenniamo qualche nozione sulla vitamina D, così capiamo meglio quanto sia fondamentale.
Prima di tutto non è una vitamina, ma un ormone. Venne erroneamente chiamata così perché si era scoperto che il consumo di olio di fegato di merluzzo, ricco di questa sostanza, era utile in malattie come il rachitismo. Così si pensò che facesse parte di quel mondo.
In realtà la vera fonte di vitamina D è il sole, che, irradiandosi sulla nostra pelle, stimola una reazione chimica che porta alla formazione di questo ormone. Il tutto grazie al tanto vituperato colesterolo, di cui vi ho raccontato la favoletta qui e qui, senza il quale non solo saremmo morti, ma non avremmo neanche vitamina D nel sangue! Ma ecco uno schema esemplificativo tratto dal libro di Michel Holick, ad oggi il maggior esperto di Vitamina D al mondo.
Cliccate sull’immagine per ingrandirla e vedrete che, oltre alle fonti alimentari, in realtà il 90% di vitamina D si forma attraverso il precursore provitamina D3 (7-deidrocolesterolo) presente sulla nostra pelle, che assorbe solo la gamma “B” dei raggi ultravioletti (raggi UVB) per creare così la previtamina D3. Ed ecco formarsi vitamina D proprio attraverso le cellule della pelle. Non è fantastico?! A questo punto entra nel circolo sanguigno, ma prima di poter mettere in atto tutte le sue funzioni come ormone deve seguire due processi: il primo attraverso il fegato e il secondo nei reni. Così si passa dalla formula 25-vitamina D alla forma attiva chiamata 1,25-vitamina D. Una delle scoperte più importanti fatte da Holick è nella capacità di trasformazione dalla prima alla seconda versione attraverso altri canali che non siano i reni, cioè in aree legate alla prostata, al seno, al cervello, alla paratiroide e alle cellule immunitarie. L’uomo è in grado di formare vitamina D attiva attraverso il suo corpo e il risultato è un ormone immediatamente disponibile all’occorrenza che nasce e muore in quella stessa area di utilizzo. Come vedete dalla figura, la 1,25-vitamina D che si forma attraverso i reni ha delle funzioni (regolazione della pressione, produzione di insulina, ecc.), mentre quella che si crea attraverso le cellule distribuite nel nostro corpo ne assume altre relative all’area interessata (regolazione della replicazione cellulare, regolazione della produzione del paratormone, efficienza del cervello, regolazione della capacità immunologica, prevenzione delle malattie autoimmuni, ecc.).
Evito di entrare troppo nei dettagli e di essere eccessivamente tecnico, anche perché non ne sono all’altezza fino in fondo. Mi interessa che capiate e che non ci siano dubbi su quanto vi sto spiegando e su quanto il video che seguirà rappresenti uno spartiacque nella prevenzione e cura delle malattie da qui al prossimo futuro.
Adesso vi faccio un breve riassunto della storia della vitamina D dal punto di vista evolutivo (alla fine, sempre lì si va a finire!).
Seguendo il mio blog, ormai dovreste sapere che ogni aspetto della nostra vita è drammaticamente influenzato da ciò che la Natura ha saputo scolpire nel nostro DNA nell’arco di milioni di anni. Ogni lettera del breve alfabeto che vi ho proposto (A, B, C e D) va sempre riferita a questo concetto.
Attività fisica
Siamo dei camminatori instancabili, l’attività aerobica continua non fa per noi, abbiamo dovuto sviluppare caratteristiche affini alla caccia e alla fuga, quindi esplosioni di potenza con sforzi brevi e intensi. Correre un’ora per allenarci non è quindi il massimo, molto meglio 20 minuti di sforzo intenso, dopo un minimo di riscaldamento.
Benessere mentale
Lo stress è un fattore inevitabile per tutti gli animali del pianeta, il problema è che è diventato cronico per noi. Per motivi di sopravvivenza, abbiamo una capacità fenomenale di risposta agli stimoli. Fight or flight (lotta o fuggi) è il nostro motto e il metabolismo dà il massimo di se stesso quando viene chiamato a reagire. Una preda da catturare, un leone dal quale fuggire. Ma erano eventi rari e di breve durata, per cui gestibilissimi. La fregatura è che un automobilista che ci taglia la strada o un collega che ci infastidisce creano la stessa reazione. Allora viviamo “a bagno” nel cortisolo e sono guai. Lo stress uccide letteralmente e imparare a gestirlo è fondamentale. In questo bell’articolo viene spiegato come già vivere lo stress con un pensiero positivo sia un’ottima strategia per non subirne le conseguenze.
Cibo
Qui aggiungo poco. “Noi siamo ciò che mangiamo” vi dovrebbe bastare. Dico solo che dovete mettere 10.000 anni di storia recente (dalla scoperta dell’agricoltura) nella dimensione evolutiva che gli compete, per cui alimenti come cereali, latticini e legumi sono poco adatti al nostro DNA e sono i primi da eliminare in una strategia nutrizionale di tipo terapeutico. Quei 100 secoli rappresentano circa 5 minuti in un orologio di 24 ore, che è da quando siamo comparsi sulla terra. Ed è nella stessa prospettiva che dovete inquadrare la vitamina D. Anzi, ancora di più. Vediamo perché.
Vitamina D
E’ un immuno-modulatore che risale alla notte dei tempi ed è fondamentale per l’assorbimento del calcio e la formazione delle ossa. Parliamo di circa 500 milioni di anni fa. Dagli studi di Holick se ne è trovata traccia in un fitoplancton già esistente a quei tempi. Poi, 350 milioni di anni fa circa, si sono formate le prime specie fuori dagli oceani e hanno dovuto affrontare subito un problema, dato che lì fuori le quantità di calcio erano e sono risibili in confronto a quelle presenti nell’acqua salata e disponibili nel fitoplancton e zooplancton di cui si nutrivano: come formare dunque calcio per lo scheletro e il resto? Nel terreno e nelle piante ce n’è, ma non abbastanza. Ed ecco che si perfeziona il meccanismo che porta alla formazione di vitamina D, con tutte le caratteristiche che vi ho accennato e che permette una serie di funzioni importanti, tra cui l’assorbimento del calcio, appunto.
Problema dell’essere umano moderno: l’Homo sapiens nasce e si avventura fuori dall’Africa circa 500.000 anni fa, ma prima di esso ci sono milioni di anni di evoluzione, circa 7 se risaliamo alle scimmie ancestrali, durante i quali la vitamina D, e il suo metabolismo, ha stabilito delle regole ben chiare. Noi siamo inevitabilmente soggetti a quelle regole, che tra l’altro rendono più difficile la creazione di vitamina D nelle popolazioni che vivono a nord di Lampedusa (non ho scritto Milano, ma Lampedusa!). A questo aggiungiamo che lo stile di vita moderno ci porta a vivere al chiuso, che da qualche decennio l’industria cosmetica ha dichiarato guerra ai raggi UVB con le creme protettive (un fattore di protezione da 8 in su riduce l’assorbimento di vitamina D dal 90% in poi. Un disastro!) e che le persone con determinate patologie hanno una capacità di formazione della vitamina D decisamente carente, soprattutto se con problemi intestinali.
Visto che la vitamina D è coinvolta nel 20% delle funzioni delle cellule del nostro organismo e che ha a che fare con tutte loro, come si può affrontare una patologia in presenza di una grave carenza di vitamina D? Non si può! Una soluzione è quella di decidere di cambiare latitudine e di passare le proprie giornate al sole (facendo sempre attenzione a non scottarsi, preferendo esposizioni rapide e intense nelle ore centrali ricche di UVB e povere di UVA e dedicando comunque sempre attenzione a cibo, stress e attività fisica). Ma se si ha comunque una patologia che rema contro l’assorbimento della vitamina D e ne riduce la sua capacità, anche questa soluzione può non bastare. Rimane solamente la supplementazione. Per quanto io vivrei esclusivamente di soluzioni naturali, la realtà mi ha dimostrato tutt’altro. E quando tu non rispetti A, B, C, D e +, succede che sei costretto ad arrivare alla lettera “F”, cioè ai farmaci. Cortisone, immunosoppressori, farmaci biologici, ecc.
In questo senso, il mio appello è davvero molto semplice e spero che l’1% dei medici lo ascolterà e deciderà di approfondire scientificamente la questione, perché il tutto non si riduce a questo mio articolo e al video che ne segue, ma all’esperienza di altri medici, ricercatori e pazienti: prima di dare Farmaci ai vostri pazienti (a meno di situazioni di emergenza), occupatevi del loro bisogno di Attività fisica, Benessere mentale, Cibo, vitamina D ed eventuali altri integratori. Grazie.
Mi rendo conto che per fare questo, dovreste essere voi i primi a seguire queste regole. Per cui lancio un appello anche ai pazienti: prima di affidarvi a un medico, osservatelo, guardatelo in faccia, usate i riferimenti che vi ho dato. Se ha un’aria malconcia lui, è difficile che sappia come aiutare voi.
Battute a parte (ma neanche tanto!), vi dico che potrei scrivere ancora per qualche giorno per approfondire bene l’argomento della vitamina D. Per ora mi fermo qui. Magari chiederò aiuto a un “biochimico a caso” di divertirsi con il suo “angolo del secchione” e farvi raccontare da lui aspetti ancora più entusiasmanti di questo spettacolo della natura che è la vitamina D!
NOTA: la vitamina D non è tossica. Esistono rari casi di intolleranza e situazioni cliniche nelle quali bisogna prestare particolare attenzione alla sua integrazione, soprattutto ad alte dosi, ma questo è dovuto all’eccessivo assorbimento di calcio che buoni livelli di vitamina D nel sangue comporta. Questo il Dr. Coimbra lo spiega e anche Holick lo dice chiaramente nel suo libro. Non a caso, chi segue il protocollo del Dr. Coimbra non può mangiare latticini ed è auspicabile un’ulteriore integrazione di vitamina K2 che serve a portare il calcio nelle ossa, piuttosto che lasciarlo in giro a far danni. Rimane il fatto che con gli integratori non si scherza e che, in questo caso, se si fanno le cose da soli si rischia di buttare i reni e vivere il resto della propria vita attaccati a un macchinario per la dialisi. Vi ho avvisati…..
…adesso mettetevi comodi, questo video è l’inizio di tutto ciò che di bello verrà.
Un abbraccio.
P.S.: ringrazio di cuore Jorge Luiz che ha tradotto dal portoghese all’italiano. Lui sta per iniziare il trattamento che è descritto nel video, anche se non ha una sclerosi multipla diagnosticata, ma una mielite traversa con infiammazione del midollo osseo. Se volete, potete contattarlo anche via email jorgekattah@bol.com.br
http://www.leonardorubini.org/2013/11/quando-non-basta-labc-ce-d.html
Trattamento della sclerosi multipla con vitamina D
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.