Come depurare l’acqua con la frutta e le…bucce!
Negli ultimi anni sono stati effettuati alcuni studi interessanti per individuare dei metodi alternativi, naturali e a basso costo per purificare l’acqua.
Diversi esperti internazionali hanno messo a punto alcune tecniche che potrebbero permettere di purificare l’acqua con la frutta, in particolare con le bucce, con il succo di agrumi, con la lolla di riso o con la fibra di cocco, per ridurre i livelli di pesticidi, metalli pesanti, batteri e sostanze tossiche. Ecco alcuni esempi.
1) Bucce di banana
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Le bucce di banana potrebbero essere utilizzate fino a 11 volte per purificare l’acqua contaminata da impianti industriali e aziende agricole. Lo afferma uno studio condotto da River Water e pubblicato dall’ American Chemical Society che porta il titolo di “Banana Peel Applied to the Solid Phase Extraction of Copper and Lead from River Water”. Il riferimento è in particolare all’inquinamento da rame e da piombo. Gli esperti sottolineano il costo irrisorio relativo alla possibilità di avere a disposizione delle bucce di banana e il fatto che non vi sia la necessità di trattarle chimicamente prima di dare il via al processo di purificazione dell’acqua. I metalli pesanti, come rame e piombo, possono porre rischi per la salute e l’ambiente. Le bucce di banana contengono sostanze come l’azoto e altri composti chimici con elettroni a carica negativa che risultano in grado di legarsi con i metalli presenti nell’acqua, che di solito hanno carica positiva. Gli esperti ritengono che il sistema delle bucce di banana per purificare l’acqua possa essere sviluppato anche per impieghi domestici.
frutta depura acqua
Fonte foto: http://www1.folha.uol.com.br
2) Bucce di mela e pomodoro
Bucce di mela e pomodoro per purificare l’acqua. Il ricercatore Ramakrishna Mallampati inizialmente ha sperimentato questo metodo molto economico per facilitare la vita delle comunità rurali dei Paesi in via di sviluppo. Le bucce sarebbero in grado di assorbire le sostanze nocive presenti nell’acqua e potrebbero essere utilizzate per realizzare filtri naturali. Il metodo fai-da-te secondo la tecnica di Mallampati prevede di pelare mele e pomodori e lasciare in ammollo le loro bucce nell’alcol. Poi si devono lasciare asciugare ed essiccare le bucce. A questo punto le si può disporre in un contenitore d’acqua e aspettare per un paio d’ore. Così l’acqua sarà pronta da bere. Ramakrishna Mallampati ha scopertohe le bucce di mela e pomodoro sono in grado di assorbire gli ioni tossici dei metalli pesanti, nanoparticelle, conservanti e pesticidi presenti nell’acqua. I risultati degli esperimenti sono stati pubblicati dall’American Chemical Society. Clicca qui per saperne di più e guarda il video.
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3) Fibra di cocco e lolla di riso
Nel 1972 i ricercatori hanno lavorato sull’impiego di un filtro naturale per l’acqua in Thailandia da ottenere a partire dalla fibra di cocco e dalla lolla di riso, delle parti di scarto recuperabili a costo zero. Entrambi sarebbero in grado di eliminare residui indesiderati e torbidità dall’acqua, in modo da purificarla. Questi metodi sono stati sperimentati senza l’aggiunta di sostanze chimiche aggiuntive. In particolar modo, la lolla di riso ha presentato elevate capacità di assorbimento e di miglioramento del colore, del sapore e dell’odore dell’acqua. Consulta lo studio per approfondire.
4) Disinfezione solare con agrumi
Pare che la disinfezione dell’acqua che preveda di combinare luce solare e agrumi sia in grado di ridurre i livelli di E.coli e sembra che sia il lime il frutto più efficace. Uno studio recente pubblicato dalla Johns Hopkins University School of Medicine ha riscontrato che aggiungere succo di lime all’acqua rende più rapido il metodo di disinfezione solare. I risultati preliminari di questo studio mostrano che la combinazione di agrumi e luce solare potrebbe ridurre la presenza di E.coli nell’acqua in soli 30 minuti e sarebbero necessari soltanto 30 ml di succo di lime per 2 litri d’acqua, una quantità che non dovrebbe né avere costi proibitivi né causare un gusto spiacevole.
Marta Albè
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