Vi siete mai chiesti cosa accade alle centinaia di milioni di farmaci su ricetta e medicinali da banco quotidianamente assunti in tutto il mondo? Probabilmente no! E allora, eccovi qualcosa su cui riflettere mentre sorseggiate il vostro caffe’ mattutino o vi rilassate nella vostra vasca con idromassaggio…
Sino al 90% di ciascun farmaco introdotto nell’organismo di un individuo viene espulso del tutto inalterato oppure disgregato in un metabolito attivo, per poi finire nello sciacquone e nella rete fognaria e, infine, nella rete idrica. Questa catena di eventi presenta tuttavia un ulteriore anello: il pot-pourri chimico in questione alla fine ci ritorna ogniqualvolta apriamo il rubinetto della cucina. Oltre ai farmaci, nelle forniture idriche si annida un altro gruppo di sostanze chimiche. Per produrre quelli che sono collettivamente noti come prodotti per l’igiene personale vengono impiegati piu’ di 10.500 ingredienti chimici.
Si tratta di prodotti di cui la maggioranza di noi non si sognerebbe mai di fare a meno: idratanti, detersivi, bagnoschiuma, shampo, profumi, cosmetici, deodoranti, collutori, creme solari, etc.; e’ ormai accertato che in gran parte queste sostanze chimiche interferiscono con il nostro sistema endocrino, con quello neurologico, respiratorio nonche’ immunitario.
Attualmente questo insieme di composti chimici e’ ufficialmente noto come inquinanti di origine farmaceutica e derivanti da prodotti per l’igiene personale (PPCP), un’etichetta che, per l’appunto, si riferisce in generale a qualsiasi prodotto utilizzato da un’individuo per ragioni di igiene personale o di cosmesi. I PPCP includono un’ampia e diversificata gamma di migliaia di sostanze chimiche, fra cui i farmaci su ricetta e medicinali da banco, profumi, cosmetici, creme solari, agenti diagnostici, nutraceutici, biofarmaci e molte altre. Sino a poco tempo fa si e’ data scarsa importanza, se non addirittura nessuna, alle conseguenze determinate dagli imponenti quantitativi di sostanze chimiche che finiscono nei lavandini, nelle deiezioni umane o sciacquate via dalla nostra cute.
Secondo il Dr. Christian G. Daughton, scienziato dell’EPA (ente statunitense preposto alla tutela ambiental, ndt) nonche’ ricercatore di punta nel campo dei PPCP, “la quantita’ di farmaci e di prodotti per l’igiene personale diffusi ogni anno nell’ambiente corrisponde all’incirca alla quantita’ di pesticidi usati nel medesimo arco di tempo” [1].
Molti farmaci e prodotti per la cosmesi contengono sostanze e componenti chimici non degradabili, che rimangono biologicamente attivi anche quando vengono interrati ed eliminati nelle reti fognarie. Fra i principali responsabili del sovraccarico di PPCP vi sono ospedali, studi medici, cliniche veterinarie, fattorie, allevamenti e persino comuni abitazioni. Fra le altre fonti si annoverano i farmaci non utilizzati, generalmente scaricati nel gabinetto, perdite da fosse settiche guaste e scarichi di impianti di depurazione dei liquami. Ci tranquillizza davvero sapere che le nostre personali abitudini di toelettatura nonche’ il nostro fare affidamento sui farmaci possono, per quanto inconsapevolmente (fino ad ora, ndlms), contribuire al problema globale rappresentato dai PPCP.
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
E’ lecito supporre che la presenza di PPCP nelle forniture idriche non sia un fenomeno nuovo; e’ semplicemente rimasto misconosciuto per decenni. Le attuali conoscenze in merito sono dovute ai notevoli progressi scientifici che hanno consentito l’individuazione di concentrazione infinitesimali dei composti nell’acqua. Tali progressi hanno infine suscitato l’interesse verso la misura della presenza e della permanenza dei PPCP nell’acqua, nonche’ dei loro effetti sugli organismi acquatici e, aspetto assai importante, dei possibili effetti sulla salute umana. Il fatto e’ che in realta’ nessuno sa in che modo queste miscele chimiche potrebbero alterare la nostra salute, tuttavia al proposito esistono
indizi in abbondanza. Molte sostanze chimiche sono progettate per influire a fondo sulla fisiologia umana. Il Dr. Daughton segnala che non si sarebbe da sorprendersi se tali sostanze avessero effetto anche su pesci, uccelli, rane ed insetti. Ad ogni modo i farmaci in questione -cosi’ come shampo, creme solari ed altri prodotti per l’igiene personale- prima di essere messi in commercio non vengono esaminati riguardo agli effetti che hanno sull’ambiente.
“Tutto questo e’ sorprendente”, dice Daughton, “in particolar modo dal momento che determinati farmaci sono destinati a regolare i sistemi immunitario ed endocrino”. Di conseguenza tali farmaci presentano “un evidente potenziale come distruttori endocrini dell’ambiente” [2].
Anche se attualmente si riconosce che i PPCP hanno permeato ecosistemi sensibili, sui loro potenziali effetti si sono condotte poche ricerche. Nessun impianto di depurazione dei liquami e’ predisposto per l’eliminazione dei PPCP. I rischi posti agli organismi acquatici (a causa della costante esposizione) e agli esseri umani (a causa dell’assunzione a lungo termine di esigui quantitativi nell’acqua potabile e in quella per lavarsi) sono essenzialmente ignoti.
Laddove al momento attuale le principali preoccupazioni hanno riguardato la promozione della resistenza degli agenti patogeni agli antibiotici e il dissesto del sistema
endocrino determinato dagli steroidi sessuali naturali e sintetici, le conseguenze di molti altri PPCP sono ignote.
RICERCHE RECENTI RELATIVE AL PROBLEMA DEI PPCP
Molti funzionari governativi non gradiscono discutere di questi pericoli, e altrettanto vale per le aziende che si occupano della fornitura di acqua. Negli USA si tratta di un nuovo problema ambientale emergente. Per limitare l’afflusso di farmaci nelle forniture idriche si fa ben poco e gli scienziati sono sconcertati non solo dalla portata del problema e dalla mancanza di efficaci controlli sull’acqua, ma anche dalla scarsita’ di ricerche.
In Europa, tuttavia, la reazione e’ stata alquanto diversa. Negli anni ’80 del secolo scorso la questione dei PPCP venne alla ribalta in quanto seria area di indagine. Uno studio
condotto in Germania, che e’ stata in prima fila nella ricerca in questione, rilevo’ la presenza di PPCP negli scarichi, trattati e non, nelle acque di superficie, in quelle di falda e in quella potabile. Le sostanze piu’ comuni erano farmaci antinfiammatori ed antidolorifici, anticonvulsivi ed ormoni derivati da contraccettivi orali. Campioni prelevati da 40 fiumi e torrenti tedeschi indicarono la presenza di 31 diversi PPCP [3].
Uno studio, condotto da Thomas Heberer e Hans-Jurgen Stan dell’Universita’ Tecnica di Berlino, ha rilevato nelle forniture idriche di quella citta’ la presenza di significativi quantitativi di antibiotici, ibuprofen, farmaci per abbassare il colesterolo, ormoni (estrogeni) ed agenti chemioterapici, mentre il ricercatore svizzero Hans-Rudolf Buser, dal
Centro Federale Svizzero di Ricerca di Wadenswil, ha riscontrato la presenza di farmaci anticolesterolo nei laghi svizzeri. Alcuni scienziati britannici hanno stimato che in un solo fiume minore a nordest di Londra confluiscono ogni anno piu’ di una tonnellata di aspirine e una tonnellata di derivati della morfina [4].
Secondo Bent Halling-Sorensen, docente di chimica analitica presso la Reali Scuola Danese di Farmacia: “Una quantita’ variabile tra il 30 e il 90 per cento di una singola dose
della maggior parte di antibiotici somministrati ad esseri umani ed animali viene esplusa con l’urina”. Il problema e’ particolarmente grave nell’industria degli allevamenti ittici, dove il 70-80 per cento dei farmaci somministrati confluisce nell’ambiente [5].
Negli Stati Uniti il problema dei PPCP ha acquisito importanza nel 2002, quando i risultati del campionamento di 149 torrenti eseguito dall’US Geological Survey (USGS) ha indicato rilevabili, sebbene esigui, quantitativi di PPCP, in prevalenza steroidi e farmaci da banco; erano inoltre presenti antibiotici, farmaci su ricetta, detergenti, ritardanti di fiamma, pesticidi nonche’ ormoni naturali e sintetici [6].
UNA PILLOLA CONTRACCETTIVA NEL VOSTRO CAFFE’?
Gli ormoni estrogeni sintetici vengono assunti da milioni di donne come contraccettivi, oppure nella terapia di sostituzione ormonale; gli estrogeni vengono inoltre prescritti agli uomini per la cura del cancro alla prostata. Gli ormoni, siano essi sintetici o naturali, confluiscono in grandi quantita’ negli impianti di trattamento dei liquami, ed altrettanto vale per le sostanze chimiche che imitano gli ormoni, derivanti dalla degradazione di surfattanti e plastificanti. E’ possibile che gli ormoni steroidi possano interferire con i vulnerabili recettori ormonali delle creature viventi? La giuria e’ riunita… e la risposta e’ “Si’!”. I risultati di uno studio canadese hanno prodotto prove concrete di quanto presagisce l’esposizione a queste sostanze chimiche. Per un periodo di tre anni gli scienziati canadesi hanno aggiunto pillole contraccettive in un remoto e incontaminato lago dell’Ontario, appositamente selezionato per la ricerca, onde misurare l’impatto di tale iniziativa. L’esito e’ il seguente: tutti i pesci e anfibi maschi del lago -dai minuscoli girini alle grandi trote- sono risultati “femminilizzati”, nel senso che nel loro organismo le proteine delle uova crescevano in modo abnorme. Attualmente si e’ riscontrata la presenza di pesci maschi femminilizzati nei fiumi e nei torrenti di tutto il mondo. In lontre, rane ed altra popolazione acquatica di fiume l’effetto e’ il medesimo: la presenza di ormoni femminili sta riducendo -di molto- le caratteristiche maschili nei soggetti maschi. Nello stato USA di Washington, ad esempio, gli scienziati hanno rilevato che gli estrogeni sintetici stanno riducendo drasticamente la fertilita’ dei maschi di trota arcobaleno. Un’altra fonte di contaminazione ormonale e’ il settore dell’allevamento di bestiame; provenienti dai 30 milioni di animali con ormoni impiantati presenti nei freedlot (ambiente confinato per l’allevamento intensivo del bestiame, ndt) statunitensi, gli ormoni in questione confluiscono nei corsi d’acqua e nelle falde acquifere.
L’effluente endocrino-disgregante ha determinato “significative alterazioni nella biologia riproduttiva” della fauna ittica presente nel torrente subito a valle di un grande freedlot del Nebraska; rispetto ai loro consimili della parte del torrente a monte del freedlot, i pesci maschi presentavano circa un terzo in meno di testosterone ed i testicoli grandi circa la meta’; i pesci femmina presentavano circa il 2% in meno di estrogeni e il 4% in piu’ di testosterone rispetto alle femmine della parte incontaminata del corso d’acqua. Inoltre, test di laboratorio hanno confermato che l’effluente del freedlot conteneva una complessa e potente miscela di androgeni (ormoni sessuali maschili) ed estrogeni (ormoni sessuali femminili) [8].
Theo Colborn, scienziato anziano del WWF nonche’ coautore di “Our Stolen Future”, e’ assai preoccupato a causa degli estrogeni farmaceutici che si mischiano alle sostanze chimiche gia’ presenti nell’acqua. “Si possono paragonare agli effetti collaterali di un farmaco su ricetta -non si sa in che modo andranno ad interagire con i farmaci che assumete. Per esempio il bisfenol A, un componente della plastica, induce nei topi femmina il raggiungimento anticipato della puberta’; il bisfenol A forma un legame debole con i recettori degli estrogeni nell’organismo e puo’ interferire con il naturale sistema di comunicazione delle cellule, determinandone una replicazione troppo veloce il che, a sua volta, suscita timori in relazione al cancro al seno nelle donne. Cosa accade se questo composto, attivo anche a bassi livelli di esposizione, si combina con l’estrogeno
derivato da una pillola contraccettiva presente nell’acqua? Attualmente non e’ ancora chiaro. “Colborn teme che cio’ “potrebbe avere effetti a lungo termine sulla salute” [9].
Esistono gia’ crescenti riscontri in merito all’impatto che le sostanze che imitano gli ormoni hanno sull’organismo. Alcuni studi hanno rilevato che, rispetto a un criceto, un inglese medio produce solo un terzo dello sperma. Negli ultimi 50 anni i conteggi medi dello sperma negli uomini sono diminuiti di oltre la meta’ -da circa 160 milioni a 66 milioni di millilitri di seme” [10]. E’ possibile che l’acqua contaminata da estrogeni abbia contribuito a far calare drasticamente i conteggi di sperma umano? In Europa i ricercatori hanno collegato questo fenomeno ai livelli di ormoni estrogeni presenti nell’ambiente [11].
In quanto agli effetti su donne e bambini? Malauguratamente il crescente numero di casi di cancro al seno e all’utero, di puberta’ precoce e di ipospadia (una malformazione congenita dell’uretra e del pene) rivela un quadro assai inquietante. Non e’ difficile immaginare come l’innaturale esposizione a potenti ormoni estrogeni, nonche’ ad imitatori di estrogeni, possa alterare gravemente e irrevocabilmente il cruciale meccanismo di segnalazione ormonale di soggetti adulti, cosi’ come di piu’ vulnerabili infanti e bambini.
ANTIBIOTICI: IL TROPPO STROPPIA
Particolarmente preoccupante e’ il rilascio di antibiotici nei corsi d’acqua. Gli scienziati dei Centers for Disease Control hanno rilevato la presenza di otto antibiotici nell’ambiente acquatico: trimethoprim, sulfametazina, sulfametazzolo, sulfadimetossina, eritromicina, roxitromicina, lincomicina ed enroflaxacina [12].
Inoltre gli allevatori statunitensi impiegano il 70% di tutti gli antibiotici prodotti come trattamento profilattico nonche’ come promotore della crescita per le loro vacche, maiali e polli; alla fine un enorme quantitativo di letame zeppo di antibiotici va a finire nei corsi d’acqua e nelle falde freatiche [13].
L’individuazione degli antibiotici nell’acqua potabile rappresenta un problema di particolare rilevanza. La presenza di queste sostanze chimiche nell’ambiente puo’ determinare lo svilupo di ceppi batterici resistenti, che contribuiscono alla resistenza agli antibiotici; alcuni fra gli antibiotici individuati erano farmaci di Classe 1 (il tipo impiegato quando altri antibiotici non hanno effetto) [14].
Qual e’ la ragione per cui altri antibiotici sono meno efficaci? Non vi e’ alcun dubbio: la generica eccessiva prescrizione e somministrazione di antibiotici da parte di medici ed allevatori. Attualmente una popolazione batterio-fobica utilizza ogni anno milioni di libbre di triclosan, un agente antimicrobico ad ampio spettro [15]. Il triclosan e’ un derivato dell’erbicida 2,4-D, nonche’ il principio attivo presente in migliaia di prodotti antibatterici quali saponi, deodoranti, colluttori, spugne e detergenti per la casa. La diffusione del triclosan ha contribuito al problema della resistenza agli antibiotici.
Se quest’ultimo problema non fosse abbastanza grave di per se’, i ricercatori della University of Minnesota hanno scoperto che quando il triclosan presente nell’acqua viene
esposto alla luce del sole esso si trasforma in una diossina.
Esposto alla luce del sole per la prima volta, il triclosan diventa una sostanza chimica leggermente tossica; il problema si presenta quando viene trattato con cloro negli impianti di trattamento delle acque, procedimento in seguito al quale si scompone in qualcosa di ancor piu’ potente [16]. Per ironia della sorte non si e’ mai dimostrato che l’impiego di prodotti trattati con triclosan sia superiore alla comune combinazione di acqua e sapone [17].
BEVI IL TUO PROZAC E CHIAMAMI DOMATTINA!
Secondo le stime, nel 2002 negli Stati Uniti sono state dispensate 157 milioni di prescrizioni di antidepressivi [18]. Davvero un bel po’ di pillole. Il tipo piu’ comune sono gli
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), che comprendono Prozac, Zoloft, Luvox e Seroxat/Paxil.
Nell’agosto del 2004 le principali testate britanniche hanno annunciato che nell’acqua potabile del Regno Unito era stata rilevata la presenza di Prozac. Gli ambientalisti hanno
descritto la situazione come una “occulta somministrazione di massa al pubblico ignaro”. Dal momento che il Regno Unito, cosi’ come gli Stati Uniti, non dispone di sistemi di monitoraggio dei livelli di Prozac o di altri PPCP, si sta preparando una crisi sanitaria pubblica. Dal 1991 in Gran Bretagna si e’ attestato un aumento del 166% di prescrizioni di antidepressivi -sino a 24 milioni di prescrizioni all’anno. Di fatto molti paesi del mondo hanno visto un aumento esponenziale dell’uso di Prozac ed altri antidepressivi [19].
Cosa potrebbe configurare il consumo di acqua contaminata con Prozac? Alcuni studi su animali offrono qualche indizio. Una ricerca ristretta indica che gli SSRI inducono determinati comportamenti nei molluschi. Per esempio, le funzioni riproduttive dei molluschi bivalve, compresa la deposizione delle uova, la maturazione degli ovociti e la
nascita sono regolate dalla serotonina. I ricercatori hanno rilevato tracce di Prozac ed altri antidepressivi nel fegato, nei muscoli e nel cervello di bluegill fish in Texas, nonche’ tracce in individui che non assumono Prozac ma consumano pesce [20].
Un’esposizione di basso livello alla fluoxetina, principio attivo del Prozac, ritarda lo sviluppo nei pesci e la metamorfosi nelle rane; i ricercatori nutrono il forte sospetto che i risultati denotino un dissesto della funzione tiroidea. “Sappiamo che i livelli della tiroide raggiungono il picco in concomitanza con il climax metamorfico, quando si formano le zampe e la code viene riassorbita. Riteniamo che la fluoxetina inibisca la tiroide, quindi il nostro prossimo passo sara’ quello di misurare l’ormone della tiroide” [21]. Nessuno sa davvero quale potrebbe essere l’effetto derivante dall’assunzione, da parte di intere popolazioni, donne gravide e bambini compresi, di farmaci antidepressivi tramite l’acqua potabile. Si sa comunque che i gravi effetti collaterali degli SSRI includono depressione, insonnia, allucinazioni, comportamenti auto-mutilanti e violenza. In realta’, riguardo ai possibili effetti collaterali dei PPCP su esseri umani ed acquatici, esistono piu’ domande che risposte: determinare i possibili effetti nocivi di un solo PPCP e’ di per se’ un compito scoraggiante, a maggior ragione quando si tratta delle migliaia di questi presenti nei nostri sistemi idrici. Quale potrebbe essere la conseguenza di tutte queste incalcolabili permutazioni di miscele di farmaci? Si tratta di un enorme punto di domanda.
A CHE PUNTO ARRIVEREMO?
Il problema costituito da questa onnipresente categoria di inquinanti farmaceutici e per l’igiene personale e’ stato focalizzato con chiarezza; l’aspetto difficile e’ quali iniziative intraprendere al riguardo.
Un’iniziativa del tutto ovvia sarebbe quella di scegliere prodotti per l’igiene personale non tossici; sono piu’ indicati per il corpo e per l’ambiente. Un altro passo analogamente ovvio e’ quello di ridurre la dipendenza dai farmaci convenzionali utilizzando terapie naturali. Inoltre, fate riferimento alla prassi politica civica e rendete note le vostre posizioni a livello locale, statale e nazionale. Sostenete le organizzazioni ambientaliste.
Una soluzione pratica al problema dei farmaci eliminati negli scarichi potrebbe essere un programma di recupero dei farmaci stessi, come quelli attuati in molti paesi europei,
in Australia e in Canada. Lo stato USA del Maine ha di recente decretato la creazione di un programma di recupero dei farmaci via posta, nel cui contesto ai cittadini vengono consegnate delle buste che essi possono usare per spedire i loro farmaci inutilizzati alla Drug Enforcement Admnistration. Ad ogni modo, per quanto riguarda il resto degli Stati Uniti la soluzione e’ alquanto complessa, dato che non esistono ne’ un corpus di regolamenti coerente ne’ direttive per i farmaci inutilizzati.
Nel prossimo futuro si prospetta l’aggiunta di ancora piu’ farmaci. Attualmente le aziende farmaceutiche designano come obiettivo circa 500 recettori biochimici dell’organismo umano. Ci si aspetta che ben presto tale cifra aumenti di ben 20 volte – sino a 10.000 obiettivi. Il Dr. Daughton fa un ragionamento inquietante. “L’enorme gamma di farmaci continuera’ a diversificarsi ed aumentare in concomitanza con la mappatura del genoma umano. Questo si aggiungera’ in modo esponenziale alla gia’ vasta gamma di categorie chimiche, ciascuna con le proprie specifiche modalita’ di azione biochimica, molte delle quali sono scarsamente conosciute e comprese”.
E per quanto concerne gli impianti di depurazione dei liquami? Secondo Bill Turner, responsabile per le risorse naturali del New Mexico: “Ormai e’ un dato acquisito che le convenzionali tecnologie di trattamento dei liquami non eliminano completamente i residui di sostanze chimiche e di farmaci. Altri metodi quali il filtraggio a carboni attivi e il trattamento con luce ultravioletta, eliminerebbero probabilmente i farmaci ma potrebbero riveralarsi costosi” [22].
Anche l’osmosi inversa rimuove molti dei PPCP a molecola grande, tuttavia si tratta di un processo oneroso per gli impianti di trattamento comunali. Ad ogni modo, esiste un ulteriore problema inerente all’eliminazione dei rifiuti: le stesse membrane usate ed un rimanente rigagnolo di acqua lurida. Fra le altre opzioni si possono annoverare il trattamento UV oppure quello con l’ozono, entrambi meno costosi dell’osmosi inversa, ma che tendono tuttavia a creare numerosi prodotti di ossidazione, incrementando in tal modo il numero delle sostanze chimiche presenti.
Quindi, se non possiamo affidarci agli impianti di trattamento comunali, trovare soluzioni e’ in realta’ compito di ogni singolo individuo. Risulta ovvio che abitazioni private, ristoranti, ospedali, scuole e aziende devono comprendere l’importanza di una fornitura di acqua che sia esente dalla presenza non solo di pesticidi e metalli pesanti, ma anche di PPCP.
Si e’ inoltre dimostrato che il piu’ efficace sistema di depurazione atto ad eliminare tutti in contaminanti in questione, PPCP compresi, e’ un sistema di filtraggio a carboni attivi. Sono disponibili unita’ in grado di filtrare la vosta acqua di rubinetto, nondimeno sarebbe di gran lunga piu’ saggio installare un’unita’ che comprenda tutta la rete idrica casalinga. Dal momento in cui la cute assorbe le sostanze chimiche in modo 600 volte piu’ efficiente che tramite l’ingestione, oltre all’acqua da bere dovrebbe essere adeguatamente filtrata anche quella destinata alla pulizia personale.
Per quanto concerne gli USA, accertatevi che la Water Qality Association (WQA) abbia certificato il sistema di vostra scelta. Per coadiuvare la cittadinanza a scegliere prodotti di trattamento delle acque che rispettino determinati standard qualitativi, la WQA ha elaborato il suo Gold Seal Certification Program; il marchio Gold Seal e’ riconosciuto a livello internazionale come sinonimo di qualita’ ed integrita’.
Investire in un sistema domestico di alta qualita’ per il filtraggio complessivo dell’acqua tramite il metodo a carboni attivi, che purifichi tutta l’acqua che utilizzate in casa, vale a dire quella destinata ad essere ingerita, all’giene personale ed al lavaggio in generale, potrebbe essere la vostra migliore difesa. Come misura minima, utilizzate un sistema di filtraggio a carboni attivi per l’acqua da bere.
Forse un giorno le aziende chimiche e farmaceutiche si assumeranno la responsabilita’ del ciclo vitale dei loro prodotti, i governi promulgheranno regolamenti di tutela riguardo ai PPCP e verranno elaborate e mese in opera nuove tecnologie per il trattamento dei liquami. Per il momento, comunque, sembra che la questione competa unicamente a noi.
In un mondo interconnesso ci viene spiacevolmente ricordato che niente di quello che facciamo esiste di per se’ stesso. Le nostre scelte piu’ comuni, nel caso in questione i farmaci che assumiamo ed i prodotto per l’igiene personale che usiamo, possono avere conseguenze a lungo termine non solo per noi ma anche per la gente ignara e la fauna che vivono a valle. Ricorda che ognuno di noi vive a valle rispetto a qualcun altro.
FARMACI E SOSTANZE CHIMICHE DIRETTAMENTE DAL RUBINETTO
Inquinanti di origine farmaceutica e derivanti da prodotti per l’igiene personale (PPCP)
di Sherrill Sellmann,
GetWell International
PO Box 690416
Tulsa, OK 74169-0416, USA
Email: golight@earthlink.net
Sito web: http://www.ssellman.com
[1] Welshons, W.V. et al., “Large Effects from Small Exposures. I. Mechanisms for Endocrine-Disrupting Chemicals with Estrogenic Activity”, Environmental Health Perspectives, vol. 111, nr. 8, giugno 2003,
http://ehp.niehs.nih.gov/members/2003/5494/5494.html
[2] Deneen, Sally, “What Are Genetically Engineered Drugs Doing to Our Water Supply?”, http://www.waterindustry.org/Water-Facts/genetic-water.htm
[3] Stiles, Nikki, Small Flows Quarterly, Inverno 2004; 5(1):14-7
[4] Pearce, Fred, “Something in the water”, New Scientist, 6 marzo 1999, pp. 18-19.
[5] ibid., p.18
[6] Pitzer, Gary, “Pharmaceuticals & Personal Care Products: An Rx for Water Quality Problems?”, Western Water Magazine, luglio/agosto 2004,
presso http://www.water-ed-org/julyaug04.asp
[7] Kidd, Karen, “Effects of a Synthetic Estrogen on Aquatic Populations: A Whole Ecosystem Study”, Health Canada, Toxic Substance Research Initiative,
http://www.hc-sc.gc.ca/hecs-sesc/tsri/research/tsri_94.htm
[8] Soto, A.M., et al., “Androgenic and Estrogenic Activity in Water Bodies Receiving Cattle Feedlot Efflent in Eastern Nebraska, USA”, Environmental Healt Perspectives,
vol. 112, nr. 3, marzo 2004, http://ehp.niehs.nih.gov/members/2003/6590/6590.html.
[9] Knopper, Melissa, “Drugging Our Water”, E/The Environmental Magazine, 1° gennaio 2003, pubblicato su
http://www.keepmedia.com/ShowItemDetails.do?item_id=169029&extID=10026
[10] Lean, Geoffrey e Sadler, Richard, “British Men Are Less Fertile Than Hamsters”, The Independent (UK), 17 marzo 2002,
pubblicato su http://www.sciforums.com/archive/index.php/t6743-8
[11] Carlsen, Elizabeth et al., “Evidence for decreasing quality of semen during the past 50 years”, British Medical Journal 1992; 305:609-613
[12] Uehling, Mark D., “Free drugs from your faucet”, Pure Water Gazette, 25 ottobre 2001, presso http://www.purewatergazette.net/freedrugs.htm
[13] US Food & Drug Administration,
http://www.fda.gov/cvm/index/narms/barlam/barlam_text.htm;
Union of Concerned Scientists, “Hogging It: Estimates of Antimicrobial Abuse in Livestock”, Riassunto Esecutivo del Rapporto UCS, gennaio 2001,
http://www.ucsusa.org/food_and_environment/antibiotic_resistance/page.cfm?pageID=264
[14] Uehling, op. cit.
[15] “Toxic: Anti-Bacterial Additive Widespread In US Waterways”, Water and Wasterwater Newsletter, vol. 7, gennaio 2005
[16] “Anti-bacterial ingredient can become toxic; studly”, CBC News Online, 16 aprile 2003,
presso http://www.cbc.ca/stories/2003/04/16/Consumers/antibacterial_030416
[17] Larson, E. e Weber, J.T., Annals of Internal Medicine, 2 marzo 2004
[18] Totheroh, Gailon, “Five Years Gone: Anti-Depressants May Hold Key to Columbine”, 20 aprile 2004, CBN News,
http://www.geocities.com/StNektarios/COLUMBINE.html
[19] “Prozac ‘found in drinking water’ “, BBC News, 8 agosto 2004,
http://www.bbc.co.uk/2/hi/health/3545684.stm
[20] “Frogs, fish and pharmaceuticals; a troubling brew”,
http://www.baylor.edu/pr/index.php?id=13663
[21] Holmes, Cat, “Antidepressants delay fish, frog development”, University of Georgia College of Agricultural and Environmental Sciences, 20 ottobre 2003,
http://georgiafaces.caes.uga.edu/storypage.cfm?storyid=2023
[22] “Drugs detected in water samples from San Juan, Rio Grande”, US Water News Online, ottobre 2000, presso
http://www.uswaternews.com/archives/arcquality/tdrudet10.html
A proposito dell’autrice:
Sherrill Sellman, ND, e’ l’autrice del best-seller “Hormone Heresy: What Women MUST Know About Their Hormones” (GetWell International, 1996, 2001, 4° ed.). Il suo nuovo libro “Mothers: Prevent Your Daughters From Getting Breast Cancer” e’ stato pubblicato nell’aprile del 2003. Sherrill e’ psicoterapeuta e tiene conferenze a livello internazionale e, inoltre, e’ una regolare collaboratrice di NEXUS; il suo articolo piu’ recente, dal titolo “Il problema della puberta’ precoce”, e’ stato pubblicato su NEXUS nr. 54. Sherrill puo’ essere contattata telefonicamente al numero +1 (877) 215 1721, oppure via email presso golight@earthlink.net Il suo mensile gratuito “HormoneWise” e-Digest e’ disponibile presso http://www.sselman.com/
Articolo tratto da: Nexus New Times – Edizione Italiana
Ottobre-novembre 2005 – Anno XI – Numero 58
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