Non avere orari fissi compromette memoria e capacità cognitive
Lavorare su turni non fa male solo alla salute fisica ma anche a quella del cervello. Basta infatti aver avuto a che fare con turnazioni lavorative per 10 anni per ritrovarsi con una mente più vecchia di 6 anni e mezzo rispetto a chi ha sempre lavorato ad orari fissi. A stimarlo sono i ricercatori delle Università di Swansea, nel Galles, e di Tolosa, in Francia, che hanno scoperto che il lavoro su turni riduce la memoria, la velocità alla quale vengono elaborate le informazione e le capacità cognitive generali. Come sottolinea Philip Tucker, esperto di psicologia coautore dello studio, i risultati delle analisi, pubblicati sulla rivista Occupational & Environmental Medicine, dimostrano che “gli effetti a lungo termine del lavoro su turni sull’orologio biologico non sono pericolosi solo per la salute fisica dei lavoratori, ma influenzano anche le loro capacità mentali”.
“Un declino cognitivo di questi tipo – spiega Tucker – può avere conseguenze per la sicurezza di chi lavora su turni e sulla società in cui lavorano, così come sulla qualità della vita dei lavoratori su turni”. Dallo stesso studio è però emerso anche un dato positivo: smettere di lavorare su turni è possibile recuperare le capacità cognitive perdute. L’effetto non è però immediato e per riuscirci sono necessari almeno 5 anni.
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“Lo scopo di questo studio era valutare la cronicità e la reversibilità dell’effetto del lavoro su turni sulle capacità cognitive”, spiegano i ricercatori, concludendo che “il lavoro su turni compromette cronicamente le capacità cognitive, con importanti conseguenze in termini di sicurezza non solo per i diretti interessati, ma anche per la società”.
http://salute24.ilsole24ore.com/articles/17188-con-il-lavoro-su-turni-il-cervello-e-piu-a-rischio
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