Due ricercatori dell’Università di tecnologia Amirkabir a Tehran, Shahriar Gharibzadch e Sayed Shahabuddin (shahab337@yahoo.com), hanno voluto indagare se l’esposizione a muffe di un “edificio malato” potesse essere una possibile causa nello sviluppo della Sindrome da Fatica Cronica (CFS). Studi riportano che gli impiegati che lavorano in questo genere di edifici mostrano sintomi come difficoltà respiratorie, stanchezza, febbre e mal di testa. Altri studi hanno scoperto in questi soggetti alti livelli di citochina (interleuchina –1 e –6 e tumor necrosis factor a) e di ossido nitrico nel lavaggio nasale.
D’altra parte la CFS è caratterizzata da stanchezza invalidante e altri sintomi come mal di testa, disturbi del sonno, febbre bassa e difficoltà di concentrazione. Studi riportano che in questi malati i livelli di interlenchina 1 e di tumor necrosis factor a e B nel sangue sono alti con la possibile conseguenza che parte della citochina possa entrare nel fluido cerebrospinale e nel parenchima cerebrale (W.A. Banks, A.J.Kast e E.G. Gutierrez; 1993).
Anche nei pazienti di CFS sono stati riscontrati alti livelli di ossido nitrico, riguardo al quale è stata formulata l’ipotesi che possa essere causa della sensibilizzazione cerebrale (J. Nijs, B. Van de Velde e K. De Meirleir; 2005). Secondo lo studio dei due ricercatori iraniani, pubblicato su Medical Hypotheses del marzo 2006, l’ipotesi di un rapporto tra muffe e CFS è compatibile con la teoria della CFS come effetto di un’infezione. Se fosse confermata, i lavoratori con CFS che si trovassero esposti a muffe potrebbero peggiorare i loro sintomi respiratori e psiconeurologici.
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