L’acqua del rubinetto può essere pericolosa tanto quanto i residui dei pesticidi su frutta e verdura, almeno per quanto riguarda il rischio di essere allergici ad alcuni alimenti. Secondo quanto riportato sulle pagine degli Annals of Allergy, Asthma and Immunology, rivista scientifica dell’American College of Allergy, l’accumulo nell’organismo di diclorofenoli presenti nei prodotti per uccidere i parassiti delle piante, utilizzati anche per disinfettare l’acqua, è associato alla comparsa di allergie alimentari.
Elina Jerschow e colleghi dell’Albert Einstein College of Medicine di New York (Usa) hanno identificato 1.427 casi di allergia fra 2.211 degli individui coinvolti nella US National Health and Nutrition Examination Survey 2005-2006 caratterizzati dalla presenza di quantità misurabili di diclorofenoli nelle urine. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che 411 individui soffrivano di allergie alimentari e 1.016 di allergie ambientali. Jerschow ha spiegato che “livelli elevati di pesticidi contenenti dicolorofenoli potrebbero ridurre la tolleranza ai cibi in alcune persone” e che queste molecole si trovano anche nell’acqua potabile che sgorga dai rubinetti.
La scoperta potrebbe almeno in parte giustificare l’aumento delle allergie alimentari registrato negli ultimi anni. Preferire l’acqua imbottigliata a quella del rubinetto non sembra, però, sufficiente a risolvere il problema. “Altre fonti di diclorofenoli, come la frutta e la verdura trattate con pesticidi, potrebbero giocare un ruolo più importante nel causare le allergie alimentari”.
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di Silvia Soligon
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