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Gesu' Il Vangelo Di Tommaso E La Fisica Quantistica
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GESU’ IL VANGELO DI TOMMASO E LA FISICA QUANTISTICA

 

GESU’ IL VANGELO DI TOMMASO E LA FISICA QUANTISTICA

La realtà che noi guardiamo ma non vediamo continua a risultare sempre fissa in due aspetti. Il cosmo lontano da noi è frammentato in un’incomprensibile miriade di frammenti, isolati l’uno dall’altro. E Dio è confinato non si sa dove, nella religione del mistero.

Sorprendentemente tuttavia, nell’ambito della nuova ricerca scientifica e soprattutto nel campo della fisica quantistica e delle neuroscienze, si va facendo strada una nuova visione del mondo. La materia è mutevole. La fisica quantistica ha scoperto che la nuova sostanza primordiale, base della formazione dell’universo, non è la materia ma l’informazione.

La materia stessa, ovvero il fondamento della visione meccanicistica, sembra somigliare sempre meno alla struttura di una macchina e sempre più un pensiero. C’è un pensiero vivente, il quale non è soltanto una cosa, ma una cosa che è ogni altra cosa, e quindi fluisce e influisce su tutte le altre. Dunque la materia informazione si rivelerebbe essere un campo di coscienza interamente intelligente.

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Si tratta di una novità piuttosto dura da digerire per certi fisici, ma la realtà conferma come tale struttura si unifica e sostiene tutto l’universo e sia costituita da un sistema di onde particelle aventi una tendenza mentale, che sono costantemente al telefono tra di loro. Nel campo così costituito da questi nemmini non ci sarebbe possibilità né di spazio vuoto né di altrove, né di interinerzia né di discontinuità, ma solo un tutto pieno di interezza indivisa, un ovunque, un continuum, insomma, una totalità intatta interamente interconnessa, cioè non locale. Con l’ingresso della fisica quantistica nella nostra cultura scientifica, l’universo conosciuto non nasce più da un Big Bang, bensì, come dice Masquet, fisico-informatico statunitense, da un Bit Bang.

L’universo non è più un deposito di oggetti statici separati, ma è un singolo organismo di campi energetici interconnessi in un continuo stato di trasformazione, con tutte le sue componenti a livello infinitesimale impegnati in uno scambio di informazioni interviaggianti da un punto all’altro della massa esistente. Le implicazioni di queste scoperte sperimentali sono sconvolgenti, suggeriscono che l’ingrediente essenziale del nostro universo è la coscienza, che osserva, una compartecipazione congiunta tra osservatore e osservato. Quindi, la parola fisica è un termine che non deriva più da physis, che significa natura, come si è sempre creduto, bensì da physis, che significa l’eterno androgeno, ovvero il luogo dell’infinito in cui le due nature, maschile e femminile, connaturate in tutte le cose, sono indissolubilmente legate come metà e metà di uno.

Dobbiamo invece cambiare questo nostro modo di pensare, perché persino un elettrone, come ha messo il premio Nobel Carlo Rubbia, ha una tendenza mentale. E noi lo diciamo questo anche per gli alberi. Anche gli alberi hanno una mente.

Il fatto è che un oceano di onde di varia ampiezza e frequenza è alla base del nostro essere. Questo dicono i fisici, soprattutto nella fisica quantistica.  riveleremo COSI’ì come anche le informazioni che dava Gesù al suo apostolo Tommaso fossero davvero di concezione quantistica.

È la primavera dell’anno 1945. Il sole sta sorgendo per la prima volta laddove si spengono le stelle dell’acquario. Sono finiti da poco tempo gli ecchi della guerra mondiale.

Una sessantina di chilometri da Luxor sorge il colle di Jebel e Tarif. Due contadini in quel luogo stanno utilizzando dei ruderi antichi per costruire una cisterna per l’irrigazione. Dallo scavo viene alla luce una grande giara di argilla.

Ormai il piccone ne ha infranto la parte superiore ed è così fragile che allargare il foro per estrarre dalla brocca si apre e viene fuori un rotolo di vino cerato e bituminato. Ne escono molti manoscritti. Sono i codici detti di Nag Hammadi dal luogo del ritrovamento.

Alcuni manoscritti vengono distrutti e gettati via. Altri sono portati al Cairo. Un altro è comprato dal Museo Copto del Cairo stesso.

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Infine un altro finisce nelle mani di un antiquario che vende il rotolo all’Istituto Jung di Zurigo. Gli studiosi possono finalmente tradurre le antichissime scritture vergate in caratteri copti grecizzati. Si tratta di traduzioni in copto di manoscritti antichissimi redatti in aramaico.

Tra essi vi è il Vangelo secondo Tommaso che è anche conosciuto come Quinto Vangelo. Ma si dovrebbe invece chiamare il Primo Vangelo dato che è il più antico e dovrebbe avere la prevalenza sui Vangeli degli altri evangelisti poiché Tommaso è l’unico che ha conosciuto in persona Gesù. Il Vangelo secondo Tommaso ci dice che Gesù non vince le forze del mondo servendosi del dolore.

La sua arma non è la sofferenza ma la conoscenza che attraverso di lui esce dal tempo e diventa eterna, cosmica. Il Vangelo secondo Tommaso, ossia le parole nascoste di Gesù il vivente, che Tommaso trascrive, ci rivelano le parole di Gesù. I detti segreti di Gesù rivelati all’Apostolo prediletto contengono invece un messaggio ben diverso da quello della tradizione cattolica ma è ricca interiormente e spiritualmente.

E l’ascesi di cui si parla nel Vangelo di Tommaso assomiglia e si avvicina all’induismo, al sufismo e al buddismo. La ricerca è della propria divinità interiore attraverso la spiritualizzazione della carne. Tremando per la scoperta, Giuda Tommaso d’Idimo gridò le parole di Gesù «meraviglia delle meraviglie, la carne si fa spirito».

Gemello in aramaico si dice Taumà, cioè Tommaso. Gemello in greco si dice Didimus. Quindi non ci sono dubbi che una duplice conferma che l’autore del Vangelo è sicuramente il gemello spirituale di Gesù, non il suo fratello gemello carnale.

Taumà è dunque il costode delle parole segrete. Ascoltiamolo. Dobbiamo liberarci dalla visione parziale, dal paraocchi che ci offusca nel vedere lo spirito che è pensiero vittorioso e ha superato ogni visione parziale.

Il primo atto dell’ingabbiamento dell’uomo è consistito nell’aver spezzato il frutto dell’albero della vita dividendo la creazione in buona e cattiva. Invece la vita deve pulsare liberamente, spinta da due grandi energie cosmiche quella distruttiva e luminosa e quella costruttiva e tenebrosa. Sia la luce che la tenebra sono fenomeni positivi e tutti e due creati da Dio.

Dobbiamo vederli in questo modo, la tenebra come luce che si spegne, la luce come tenebra che si illumina. La luce è bene, la tenebra è un altro tipo di bene. Come diceva Enoch nella Bibbia, Dio creò la luce e vide che era buona, creò le tenebre e vide che anche esse erano buone.

Per eleggere il Vangelo di Tommaso bisogna appunto liberarsi da questi paraocchi. Il regno di Dio non è altro che il pensiero vivente, il padre vivente. Se lo riconoscete sarete pieni di vita, se non lo riconoscete sarete il vuoto stesso.

Quando noi invocavamo il Signore, Gesù, vieni, vieni a pregare con noi e a digiunare. Gesù ci guardava con occhi pieni di ironia e sprondeva, ma che male ho fatto? E poi aggiungeva, non dite sciocchezze e non perdete tempo a fare ciò che intimamente non vi sentite di fare. Un giorno Gesù ci disse, non perdete tempo a digiunare perché così facendo fate la vostra rovina spirituale.

Non perdete tempo a pregare perché così facendo vi costruite un inferno. Trattenetevi dal fare l’enemosina perché fareste torto al vostro spirito. Molti di noi non capivano.

Gesù quasi ridendo aggiunse, tu Tommaso, che eri chiamato il grassone, sai bene quale rovina fosse per te l’ingordigia che ti squilibrava. Altrettanto squilibrante è il digiuno. Replicammo, questo lo abbiamo capito.

Ma perché la preghiera ci danneggia? Gesù ci chiese, come pregate? Diciamo, Signore, abbi pietà di noi. Pensate forse che il padre sia crudele? E che altro dite? Diciamo, Signore, facci avere questo, concedici quest’altro. Ma questa è ingiustizia, non dovete pregare così.

E come, allora? Tacendo e ascoltando la voce del silenzio che parla dentro di voi, il pensiero vivente, vera preghiera, che crea e non ripete, che entra in voi ed è pura. Ciò che entra non vi contamina, ma ciò che vi esce vi sporca. E per l’enemosina? Ciò che dai a te stesso lo chiami forse l’emosina? E ciò che voi chiamate l’emosina non è altro che un piccolo obolo della vostra coscienza addormentata, che paga volentieri per poter continuare tranquillamente a dormire.

Poi Gesù aggiunse, chi ha orecchi per intendere, intenda. Molti di noi non avevano capito, e Gesù sorridendo disse, lo spirito è perfezione. Pensate sia perfetto un mondo in cui è necessaria l’emosina? No, è un mondo ingiusto.

L’emosina stabilizza questa situazione di ingiustizia. E allora cosa dobbiamo fare in questo mondo che purtroppo è ingiusto quando un povero affamato viene da noi? Fate a lui quello che vorreste fosse fatto a voi. Fate il vostro dovere e fatelo in silenzio.

Abbiamo chiesto al Signore, cosa ne dici della morte? E lui rispose, volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Ve lo dico subito, diventando consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita. Allora… Un giorno ero con Gesù al tramonto, parla Tommaso, in cima ad un monte. Egli divenne triste e mi disse con voce malinconica, la mia grande madre, la madre terra e le sue innocenti creature, da troppo tempo soffre per la stupidità degli uomini.

Quando inchioderanno a legno le mie membra, la vera crocifissa sarà lei. Ascolta e ricorda, Tommaso. A colui che bestemmia il padre sarà fatta misericordia.

A colui che bestemmia il figlio sarà perdonato. Ma colui che se vizia la madre e le sue innocenti creature non troverà perdono né in terra né in cielo. E sai perché? Perché loro non si difendono e tutto ricevono.

Ma Tommaso rispose, ma chi è il padre e la madre? Tommaso, anche tu dovrai rendere manifesta a tutti la realtà di questa luce di vita. Così, sia che te lo chiedano, sia che non lo vogliono sapere, tu devi sempre dire a tutti che fai parte dei figli della luce e dico loro che il padre vivente ha scelto e che la grande madre ama. Sì, maestro, ma chi è questa padre e grande madre? Allora Gesù rispose, è in movimento e quiete.

Una sera Gesù guardando il tramonto dall’alto di una montagna mi disse, Tommaso, non ti lamentare se tutto ti va di traverso. In fondo queste prove che tu devi superare te le inventasti tu stesso. Quanti dal cielo si affacciano per vedere se cadi nelle trappole che tu stesso ti sei preparato? Felice l’uomo che supera queste prove perché al di là egli trova la vita.

Vincete la paura per non diventare cadaveri. Se la morte vi trova vivi non vi toccherà. Voi, diceva Gesù, possedete una grande facoltà ma non la conoscete.

Ma qual è questa facoltà, maestro? È come la coda della lucertola. Vi potrete sempre rigenerare da soli. E con quale materiale potremo rigenerarci quando verrà la fine? Con quello che è già in voi.

Infatti, ciò che è in voi vi salverà ma ciò che non è in voi vi farà perire. Cosa c’è dietro alle forme? Nascosto in esso è il pensiero vivente che un giorno si rivelerà completamente all’uomo. Allora, al di là delle apparenze, l’uomo saprà vedere la sua vera funzione delle cose.

Saprà vedere la vera funzione delle cose. Sì, Didimo, Tommaso, verrà il giorno in cui potrete vedere a chi assomigliate e allora vi rallegrerete. Ma questo è niente.

Quando sarete capaci di scoprire i vostri archetipi, i 22 segni viventi che non muoiono e non nascono, non si deteriorano e non spariscono, né si manifestano, ma semplicemente ed eternamente sono, i segni che un giorno erano in voi e che in voi ritorneranno, allora sì che resterete abbagliati e stupefatti. Maestro mio, cosa sono le funzioni di cui parli? Ti dirò cosa non sono. Non sono forma, non sono materia.

Come possono funzionare? Semplicemente perché il pensiero funziona. Puoi forse pungere uno spino che non ha né forma né materia? Io direi di sì, mio caro Taumà, diceva Gesù ridendo. Poi aggiunse, lo spino della rosa non è forse pensiero che ha preso forma e sostanza? Non capite che colui che ha creato la parte visibile delle cose e neanche ha creato la parte invisibile, il Padre vi ha creato fuori e dentro.

Quindi non curate troppo la parte visibile del vostro recipiente, trascurando quella interna. Una sera Gesù era molto triste e i Suoi occhi erano perduti in un lontano futuro. E mi disse, mi faranno apparire amante del dolore e della sofferenza.

Sento dire ovunque che il mondo è una valle di lacrime e che l’uomo è nato per soffrire. Nulla di più falso. Solo per la sua stupidità e per la sua visione illimitata l’uomo si circonda di sofferenza.

Io sono venuto tra voi per indicarvi la strada della gioia. Il mio gioco è leggero come una ghirlanda di fiori e la mia autorità è dolce. Se seguirete la strada che vi indico troverete una felicità che è come un albero sempre verde.

Un giorno la più cara discepola di Gesù, Salome, gli disse, Sazalos, cioè mio piccolo maestro, facciamo anche oggi il gioco degli indovinelli? Non mi hai ancora fatto una delle tue domande. Ti accontento subito, Salome. Due amanti si abbracciano sul loro letto.

Chi dei due vivrà e chi morirà? Ho capito, maestro. Tu sei quello che resta perché esci da colui che è eterno. Ma devo essere proprio io quella che muore.

Non sono forse la tua discepola? Ascolta, Salome. Se in te non vi saranno divisioni, sarai piena di vita e non offrerai materiale alla morte. Allora nel nostro letto uno viverà e l’altro vivrà.

Sei in errore, Salome. Se in te non vi è divisione, non sarai separata da me. Tu sarai me.

E allora, maestro, sul letto resteranno i nostri corpi vuoti. Sei in errore, Salome. Non vi saranno corpi, perché ogni granellino della nostra carne sarà trasformato in spirito.

Per me è presto, maestro mio. Solo tu sei capace di tanto. Quindi io sono quella che muore.

Ma ti raggiungerò, Sazzalos, e sarò unita a te e torneremo ad abbracciarci noi due. Sei ancora in errore, Salome. Dovrai dire noi uno.

Salome sorrise e, accarizzando i capelli di Gesù, rispose facendolo sorridere a sua volta. Sì, Salome. Maestro, chiese un giorno Gesù, com’è possibile che le ricchezze del regno si siano perdute senza che l’umanità se ne sia accorta? E aggiunsi, qual è la vera causa di così grande perdita? Passava in quel momento un uomo dallo sguardo irato.

Inseguiva un bambino assai piccolo, che forse aveva compiuto qualche marachella. L’uomo gridava, bastardo, figlio di un cane, se ti raggiungo ti squarto e getto ai lupi le tue budella. I suoi occhi brillavano dalla soddisfazione di aver avuto il coraggio di dire tanto senza che la sua voce tremasse neppure un poco.

Non sapeva quel padre che quella frase che giudicava uno scherzo sarebbe stata fatale. E Gesù aggiunse, vedi Didimo come si è perduto il regno, a furia di scherzi e di frasi inutili, di pensieri stolti che sembravano solo innocenti passatempi. Ho capito, Gesù, non avevo mai pensato che fosse tanto pericoloso scherzare.

I discepoli non si rendevano conto del fatto che tra la folla che circondava Gesù, proprio la sua mamma e i suoi fratelli se ne stessero in disparte. Perché li fai stare così? Non vuoi bene a loro? E Gesù rispose, io voglio bene a tutti coloro che stanno quiti e in disparte e senza troppe parole fanno la volontà del padre mio. Anche loro sono i miei fratelli e mia madre, anche loro entreranno nel regno dei cieli, entreranno nel regno senza cieli.

Ho visto Dio, anche i miei compagni hanno visto Dio, il vivente uscito dal vivente, colui che non conosce paura, colui che in tre giorni trionfa su qualsiasi morte. Dio con la voce di Gesù ci ha raccontato il regno e tu ci hai detto, non statelo a cercare un po’ in qua, un po’ in là questo regno, un po’ prima, un po’ dopo, non sta in alto, non sta in basso, né a destra, né a sinistra, non cercatelo in cielo, il regno del padre è ovunque, fuori e dentro di voi, il regno è qui, se volete. E voi direte, se Dio parla con la voce di Gesù, allora Gesù è soltanto un portavoce? Non è così.

Gesù è la Shekinah, cioè la viva presenza di Dio tra noi. Gesù è uomo, ma il suo pensiero è perfetto, mai ci delude. Gesù è carne che tutta si fa spirito, muore e non lascia cadavere.

Rivelando la sua perfezione, il messaggio di Dio è Dio stesso, se noi lo imitiamo, diventeremo così trasparenti che attraverso di noi sarà possibile vedere Lui. Voglio raccantare un ultimo episodio. Un giorno Simon Pietro disse ai suoi compagni con voce forte, perché, Maestro, deve stare tra di noi questa Marisa e perché non viene allontanata dal nostro gruppo? Che si sta a fare? È inutile che ascolti le parole del Maestro, tanto è una donna e le donne non sono degne di vita eterna.

Gesù allora disse, Marisa, vieni più vicino a me, stai qui, dolcissima creatura, stretta a me, non darretta le parole di quell’uomo, anche tu entrerai nell’eternità quando saprai completarti, arricchendoti di quella parte maschile che ti manca, allora diventerai spirito vivo. E voi discepoli, ascoltatemi, anche tu Pietro, la stessa cosa avviene per voi maschi, ognuno di voi è un essere tagliato a metà, ma se questa mezzanima sarà capace di completarsi con l’altra, allora entrerete nel regno. Maestro mio, come fu inventata la morte? Come fu inventato il male? L’uomo credette uno ciò che era soltanto metà, vide in Dio il padre e rifiutò la madre, questo è l’errore diabolico, la vita fu spezzata in due, il bene e il male, una metà dell’infinito bene fu creduta male, e così l’uomo fu spezzato, si vergognò di una parte dei suoi pensieri e li nascose.

Ecco Tommaso come fu perduto il regno, era il regno della felicità, ma l’uomo non ne fu degno, perché amò il dolore e rispinse la saggezza. Invece dobbiamo farci uno nello spirito, lente ruotano le costellazioni Taumà, questo cielo passerà, il cielo che viene dopo passerà, ma i morti resteranno morti e i vivi mai non moriranno

Il quinto Vangelo…Mario Picherle

La grande equazione Vittorio Marchi

ringrazio di cuore Mario e Vittorio!

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