L’amore, per Rumi, è il linguaggio dell’universo, una forza che anima ogni cosa e riporta l’essere umano alla consapevolezza dell’Uno, del divino. Rumi concepisce l’amore come un legame eterno e profondo, il cui fine ultimo è riconoscere Dio in tutte le cose. Nell’amore per gli altri esseri, per la natura, per la bellezza del cosmo, egli vede il riflesso di quell’amore supremo che è l’essenza di Dio.
Secondo la tradizione sufi, questo amore ha due facce: una rivolta verso l’alto, l’Amato divino, e una che si riflette nel mondo, nelle persone e nelle creature. In questa visione, l’amore diventa una strada per raggiungere la consapevolezza della presenza di Dio in tutto ciò che ci circonda.
Rumi parla di quest’amore attraverso immagini forti e simboliche, come nella poesia in cui paragona l’amore a un legno di sandalo che brucia e diffonde il suo profumo: il fumo è il segno di un fuoco nascosto, invisibile ma reale. L’incenso, come il profumo dell’amore divino, si diffonde attraverso la nostra vita e ci fa intuire la presenza di Dio, anche se non possiamo vederlo direttamente.
Questa concezione mistica trova una splendida espressione nei versi in cui Rumi vede l’amore come la “matrice del cosmo”:
“Se il Cielo non fosse innamorato
il suo seno non sarebbe dolce.
Se il Sole non fosse innamorato
il suo volto non brillerebbe.
Se la Terra e le montagne
non fossero innamorate
nessuna pianta germoglierebbe
dal loro cuore.
Se il Mare non conoscesse l’amore
Se ne starebbe immobile
da qualche parte.”
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Rumi ci invita a vedere l’amore come una forza che muove il cielo, illumina il sole, nutre la terra e il mare.
È grazie a questa forza di attrazione universale che ogni cosa nell’universo trova il proprio posto, e l’amore tra gli esseri viventi non è che il riflesso dell’amore divino. In questa luce, l’amore non è solo un sentimento, ma l’essenza stessa che permea la vita e l’universo.
Egli ci dice che, come il sole illumina senza chiedere nulla, così il vero amore si dona senza aspettarsi nulla in cambio.
Questi versi di Rumi ci portano a riflettere sulla nostra relazione con gli altri e con il mondo, ricordandoci che ogni atto d’amore, anche il più piccolo, può essere un modo per riconnetterci con la matrice divina dell’amore cosmico.
Poesia d’amore di Rumi per il Divino:
“L’Amato è tutto,
il cercatore è solo un velo.
Vivi come il sole,
che dà luce e calore a tutti,
senza chiedere nulla in cambio.”
Rumi ci invita a sperimentare questo amore come uno strumento per superare l’ego e raggiungere l’unità con l’Essere: amare il mondo e le sue creature significa scoprire il divino in ogni cosa.
E IL SUO AMORE UMANO PER TABRIZ IL SUO MAESTRO
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L’amore di Rumi per il suo maestro Shams Tabriz è uno dei legami più profondi e misteriosi della sua vita, tanto da essere considerato uno degli amori spirituali più intensi della storia.
Shams Tabriz arrivò nella vita di Rumi come un fulmine, sconvolgendo la sua esistenza e trasformandolo da un rispettato studioso a un mistico e poeta visionario.
Prima di incontrare Shams, Rumi era un dotto giurista e insegnante religioso; con Shams, invece, scoprì il lato esperienziale dell’amore UMANO E DIVINO, quello che supera la conoscenza razionale e apre Il cuore alla dolcezza, sensualita’ e saggezza.
Shams fu per Rumi il simbolo dell’amato divino, il riflesso di quell’amore universale che Rumi cercava senza saperlo.
La loro relazione era intensa e, agli occhi di molti, incomprensibile: Rumi trovò in Shams uno specchio di Dio, qualcuno che gli mostrava la verità oltre il velo dell’illusione e del quotidiano.
Quest’amore era così potente che quando Shams scomparve misteriosamente – probabilmente a causa di invidia o rivalità di altri seguaci di Rumi – egli visse un dolore immenso.
In preda alla disperazione, Rumi si lanciò nella ricerca di Shams e, non trovandolo, comprese che il maestro era sempre stato dentro di lui, come la scintilla divina che ci guida.
È da questa assenza che nascono i versi più struggenti e profondi di Rumi, dedicati a Shams come simbolo dell’amore umano e divino, per esempio:
“Eri un miracolo di Dio
sotto spoglie umane,
e io ero solo un’anima,
che viveva al riflesso
della tua luce…”
L’amore per Shams divenne per Rumi una trasformazione interiore: ciò che Shams aveva risvegliato in lui era l’esperienza diretta del divino, un legame che superava l’attrazione umana.
Per Rumi, l’amore per il suo maestro rappresentava l’unità spirituale, un amore così puro e totale da oltrepassare ogni limite individuale.
Questo amore illuminato è il tema centrale di molte sue poesie, dove Shams rappresenta sia l’amore umano che l’Amato divino:
“Non sono il vento,
ma vago nel vento alla tua ricerca.
Non sono il fuoco,
ma brucio,
fiamma della tua fiamma.”
Rumi ci insegna che il vero maestro non è colui che insegna dall’esterno, ma colui che risveglia il divino dentro di noi. Attraverso Shams, Rumi scoprì che l’amore è il cammino e anche il traguardo, una guida che porta direttamente al cuore di Dio.
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