“Il Taijiquan è come una porta di giada: chi comprende come aprirla, entra nell’arte marziale più elevata.”
Ecco una storia meno conosciuta su uno dei primi maestri di questa disciplina, Yang Luchan, il fondatore dello stile Yang di Taijiquan, uno degli stili più praticati oggi.
Per Yang Luchan, il Taijiquan non era solo una tecnica di combattimento, ma un vero e proprio percorso di equilibrio tra mente, corpo e spirito.
Yang Luchan, nato nel 1799, proveniva da una famiglia molto povera nella provincia di Hebei, in Cina. Si racconta che lavorasse come servitore in una farmacia e, incuriosito dalle pratiche marziali del padrone di casa, abbia spiato segretamente le lezioni di Taijiquan che venivano svolte nel cortile. Dopo aver appreso i movimenti in segreto, Yang iniziò a esercitarsi da solo.
Un giorno, durante un combattimento simulato, il padrone di casa si accorse delle sue straordinarie abilità e lo sfidò. Non solo Yang Luchan riuscì a resistere all’attacco, ma dimostrò una tale padronanza dell’arte marziale che il suo padrone decise di accettarlo come allievo. Questo era un onore incredibile, poiché all’epoca l’arte del Taijiquan era tramandata solo ai membri della famiglia.
In seguito, Yang Luchan affinò le sue abilità fino a diventare una leggenda vivente. Il suo talento era così eccezionale che fu chiamato “Yang l’Invincibile”. Si dice che, per rispetto nei confronti degli avversari, Yang fosse in grado di sconfiggerli senza mai far loro del male, utilizzando solo la minima forza necessaria per neutralizzarli.
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Questa storia riflette non solo la grandezza di Yang Luchan come maestro, ma anche il profondo rispetto e l’atteggiamento non violento che caratterizzano il vero spirito del Taijiquan.
Yang Luchan, noto anche come Yang l’Invincibile, ha un ruolo fondamentale nella diffusione del Taijiquan, ed è considerato il fondatore del famoso stile Yang. Oltre alle sue straordinarie abilità marziali, aveva una visione molto profonda del significato del Taijiquan.
Per Yang Luchan, il Taijiquan non era solo una tecnica di combattimento, ma un vero e proprio percorso di equilibrio tra mente, corpo e spirito.
Egli vedeva il Taijiquan come un’arte che poteva armonizzare l’energia interna, il “qi”, con l’energia esterna. Questa unione portava non solo a una maggiore efficienza nel combattimento, ma anche a uno stato di salute ottimale e di pace interiore.
Un principio chiave del Taijiquan per Yang era l’uso della morbidezza per superare la forza. Contrariamente alle arti marziali più rigide, dove la forza viene contrastata con forza, Yang Luchan insegnava che nel Taijiquan è fondamentale adattarsi all’energia dell’avversario. Questo concetto di “cedevolezza” è centrale nella pratica: si assorbe l’attacco dell’altro, lo si guida e lo si trasforma, senza mai opporre resistenza diretta.
Una delle sue citazioni più famose è: “Il Taijiquan è come una porta di giada: chi comprende come aprirla, entra nell’arte marziale più elevata.” Questo significa che solo attraverso una comprensione profonda e una pratica costante si può davvero cogliere l’essenza del Taijiquan.
Yang Luchan, attraverso la sua vita e i suoi insegnamenti, sottolineava anche l’importanza della connessione tra movimento e quiete, dinamica e statica, che riflette il concetto di Yin e Yang.
In altre parole, il Taijiquan è un’arte che integra il pieno e il vuoto, il duro e il morbido, l’attacco e la difesa, per creare una pratica marziale completa ma al contempo un cammino di crescita personale e spirituale.
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Il suo stile, noto per i movimenti ampi, fluidi e rilassati, si distingue per la sua enfasi sull’equilibrio e la circolazione interna dell’energia, e ha influenzato profondamente la pratica moderna del Taijiquan.
Uno stile che amo molto.
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Yang Luchan utilizzava anche la spada nel Taijiquan! L’uso della spada (jian) è una parte importante del Taijiquan tradizionale, e Yang Luchan padroneggiava quest’arma insieme alle tecniche a mani nude.
La spada Taiji, o “Taijijian,” è considerata una delle armi più eleganti e raffinate nelle arti marziali cinesi. Il suo utilizzo è caratterizzato da movimenti fluidi e circolari che seguono i principi del Taijiquan, come il controllo del “qi” (energia interna) e l’adattabilità nei confronti dell’avversario. Le tecniche con la spada enfatizzano precisione, agilità e un equilibrio perfetto tra forza e leggerezza.
Nel Taijiquan, la spada è considerata un’estensione del corpo e della mente, e i movimenti devono essere eseguiti con la stessa fluidità e armonia che caratterizzano le forme a mani nude. Yang Luchan integrava l’uso della spada nelle sue lezioni, insegnando che l’arma non era solo uno strumento di difesa o di attacco, ma anche un mezzo per sviluppare ulteriormente la sensibilità e la coordinazione energetica.
La forma della spada nel Taijiquan prevede spesso tecniche di taglio, affondo, parata e spinte precise, tutte condotte con l’idea di rimanere centrati, rilassati e in sintonia con il movimento del “qi”. La spada, con la sua leggerezza e la necessità di maneggiarla con precisione, rappresenta una sfida e un raffinamento delle abilità marziali.
Per Yang Luchan e i suoi discendenti, la pratica con la spada non solo arricchiva la loro maestria marziale, ma li aiutava anche a sviluppare una profonda connessione spirituale attraverso il movimento armonico dell’energia interna.
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