È triste cronaca recente il caso del piccolo morto per otite perchè “curato” solo con omeopatia, e ci riporta alla memoria una delle ultime vicende accadute proprio a Torino, quella della signora morta di tumore dopo essere stata curata esclusivamente con “cure” alternative. Inevitabilmente, nel leggere storie di questo tipo, si creano dubbi, pregiudizi e fantasie e diventa necessario approfondire il discorso. Premetto che non trovo utile entrare nelle singole storie (nessuno di noi, se non chi è direttamente coinvolto, ne conosce i risvolti), per cui mi attengo a chiarire alcuni concetti fondamentali per chiunque segua o voglia curarsi affiancando percorsi naturali alle cure tradizionali.
Devo dire in tutta onestà che mi diventa difficile parlarvi di tutto ciò che la Natura ci offre per stare bene, cosa che faccio ormai tutte le settimane da 4 anni con la mia rubrica, senza sottolineare quanto sia differente seguire protocolli naturali seri supportati da professionisti competenti rispetto a cialtronerie e false illusioni. Prima di tutto dovrebbe entrare nel linguaggio comune che tutto ciò che riguarda la medicina naturale è “complementare”, perché si può ben comprendere come la parola “alternativo” nel suo significato ci rimandi ad un’idea di “scelta”, quindi per molti quella di usare solo prodotti naturali e non medicine. E qui si genera già confusione: infatti la medicina allopatica offre indagini, diagnosi, cure, interventi che innegabilmente curano e la maggior parte delle volte guariscono, e tutti gli studi in continua evoluzione lo dimostrano. La medicina complementare invece, è basata sulla prevenzione, il trattamento e la promozione della salute ottimale attraverso l’uso di metodi terapeutici e modalità che incoraggiano il processo di autoguarigione e non sono invasivi. Addirittura nel 2010 l’OMS ha sancito che, “se praticata correttamente, può contribuire a proteggere e migliorare la salute e il benessere dei cittadini”.
Ed ecco il nodo: la pratica corretta! Non sono certo di esempio i casi citati, per dimostrare che le cure naturali sono inefficaci e, tra l’altro, il modo in cui vengono riportati destabilizza chi invece ne fa uso in modo corretto. Infatti non c’entrano le cure ma le persone: chi dice di essere esperto e non lo è, o chi per fragilità o ignoranza gli si affida, senza utilizzare quel buon senso personale che sarebbe implicito in ogni cosa. In ogni lavoro ci sono professionisti seri e no, e se milioni di italiani utilizzano rimedi verdi e si affidano alle terapie non convenzionali migliorando la loro qualità di vita forse è davvero il caso di fermarsi e chiedersi il perché. Sarà perché sono seguiti da medici e terapeuti validi? O perché, seguendo percorsi di questo tipo, si attiva quella consapevolezza che permette di distinguere ciò che ci fa stare meglio da ciò che ci danneggia? Oppure per non ricorrere subito a farmaci quando davvero non occorrono?
Certo è che seguire queste vie non significa che se si ha un’infezione non si prende l’antibiotico o se si ha un tumore non si segue il protocollo medico oncologico. Significa, come capita ormai sempre più frequentemente, cercare un supporto, consigli per gestire meglio gli effetti collaterali delle cure senza esagerare con i farmaci, ma soprattutto per ottenere ascolto. Troppo facile cadere nel tranello degli animi semplici e suggestionabili che vengono abbindolati dagli stregoni, quelle sono altre storie, non è medicina complementare, la cui esperienza dai tempi più antichi ci ha portato fino a qui. Le statistiche confermano, tra l’altro, che chi si riferisce a queste vie è un’utenza colta, informata e attenta al proprio corpo e alle proprie emozioni.
Ma torniamo un attimo indietro e proviamo a ricordare com’era la figura del medico di una volta, e come visitava: non lo ricordiamo un po’ dottore e un pò confessore, con l’intento di sviscerare in profondità un’anamnesi utile non solo per la diagnosi, ma per la cura e per il sostegno dell’ammalato? Oggi il medico conosce praticamente tutto del nostro corpo, grazie a macchinari straordinari che lo scannerizzano millimetro per millimetro, e a tutto ciò che la scienza studia e scopre (e infatti la vita si è allungata), ma anche tutto questo ha un limite: non arriva all’anima, e purtroppo per “guarire” e per vivere bene deve essere in buona salute anche “lei”. Tutti ormai abbiamo accettato la disumanizzazione dei rapporti sia a livello privato che lavorativo e, volenti o nolenti, ci conviviamo, siamo figli dei tempi e occorre viversela così. Però quando si sta male no, nessuno è disposto ad entrare in un meccanismo in cui si è numeri, in cui i protocolli sono tutti uguali, e visto che noi non lo siamo, abbiamo piacere di essere ascoltati, di fare domande per avere risposte e, anche quando non ci può essere garantita la guarigione, cerchiamo aiuto, forza e speranza per gestire sentenze crude. Vogliamo poter essere considerati e compresi, conoscere per scegliere, perchè in definitiva poi chi deve affrontare tutto siamo noi.
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Ovviamente in un momento storico in cui ci può operare un robot, pensate che cosa straordinaria, ci sta provare a gestire la cefalea femminile con l’agopuntura e la moxibustione come avviene al Sant’Anna di Torino per esempio, oppure nei casi di autismo affiancare alle cure tradizionali la Pet Therapy, che aiuta il bambino ad uscire da quella sua realtà non reale, come a sempre a Torino un convegno straordinario tenuto alla Città della Salute ha dimostrato con enorme risonanza. E quanto altro… Ma ciò che è da considerare davvero è l’immensa possibilità, grazie alle
cure complementari, di quella mano tesa che è l’ascolto, e vi assicuro che non è acqua fresca, ma una vera e propria cura, non in sostituzione, ma in accompagnamento a tutti gli strumenti tecnici tradizionali fondamentali per guarire. Detto questo, dalla prossima settimana mi sarà di nuovo ” limpido e cristallino” proporvi suggerimenti green per vivere al meglio!
www.monicapiani.it
http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/06/05/news/medicina_naturale_e_medicina_tradizionale_quando_l_unione_fa_la_forza-167294368/
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