In Italia circa un bambino su 3 con meno di 14 anni non dorme bene.
Solo il 68,4% secondo gli esperti lo fa in modo adeguato, con una percentuale maggiore al Nord (72,9%) rispetto al Sud (62,8%), e in generale più bassa tra 10 e 13 anni (51,7%).
La durata del sonno è risultata minore quando il bambino guarda un video prima di addormentarsi o ha la tv nella propria camera”. Quindi niente tv, tablet , vedeogiochi, etc… se vogliamo un sonno ristoratore…
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Per stare bene I consigli sono di dormire 11-14 ore tra 1 e 3 anni
10-13 ore tra 3 e 5 anni,
e 9-11 ore tra 6 e 13 anni.
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Sono i dati del progetto ‘Ci piace sognare’, presentati alla Camera.
Sono stati “111 i pediatri italiani coinvolti, 2.030 bambini esaminati tra Nord, Centro e Sud – spiega Giuseppe Di Mauro, presidente della Sipps-Società italiana di pediatria preventiva e sociale – con il duplice scopo di raccogliere dati finora mancanti e fornire materiale educativo ai genitori sulle corrette abitudini al sonno nelle varie età pediatriche, preparato specificamente per questo progetto e base per un intervento educativo mirato ove necessario”. Dai dati emerge che meno di un bimbo su 2 (il 47%) tra 1 e 2 anni si addormenta nel proprio letto.
Un 10% circa di bambini di ogni età si addormenta in un’altra stanza (ad esempio sul divano in salotto).
Il progetto evidenzia inoltre come il 20% dei bimbi di 5-6 anni e il 17% di 7-9 anni trascorra la maggior parte della notte nel letto dei genitori.
Complessivamente, il 13,1% dei bambini cambia letto durante la notte: la maggioranza va dal proprio a quello dei genitori, ma c’è anche chi compie il percorso inverso.
Il fenomeno non è esclusiva dei più piccoli.
Tra le principali abitudini per addormentarsi ci sono tv, videogiochi, tablet e pc.
“Ciò che emerge è che si legge davvero poco – sottolinea Marina Picca, presidente Sicupp-Società italiana delle cure primarie pediatriche – Basti pensare che il 65% dei bambini nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 4 anni utilizza la tv o un altro video per dormire.
Percentuale che scende vertiginosamente al 48% quando si tratta di sfogliare le pagine di un libro.
La percentuale dei bambini che usa la tv o un altro video per addormentarsi sale al 72% tra i 5 e i 9 anni e al 79% tra 10 e 13, ma il dato che maggiormente preoccupa è che sia già il 40% tra 1 e 2 anni.
La durata del sonno è risultata minore quando il bambino guarda un video prima di addormentarsi o ha la tv nella propria camera”.
“Fattore qualificante dello studio – evidenzia Paolo Brambilla, pediatra di famiglia, responsabile del progetto ‘Ci piace sognare’ assieme ai colleghi Angela Pasinato e Marco Giussani – è stato quello di affidare l’indagine al pediatra di famiglia, che ben conosce le caratteristiche del proprio assistito e delle sua famiglia e che ha potuto raccogliere dati non influenzati dalla presenza di patologie acute o croniche.
Sono state evidenziate, inoltre, le relazioni tra caratteristiche del sonno e obesità, abitudini alimentari, uso dei media e abitudine alla lettura.
Il nostro compito è stato quello di aiutare i genitori a compilare un questionario, che indagava la durata e le caratteristiche del sonno e le abitudini serali dei loro piccoli”.
Circa il 27% dei bambini beve nell’imminenza di addormentarsi, prevalentemente latte nei primi anni di vita, ma anche succo di frutta….quindi si alza a fare pipi’ interrompendo il sonno…
Bere prima di addormentarsi è risultata un’abitudine legata a una minore durata del sonno.
Un dato curioso è quello che riguarda l’uso del biberon per addormentarsi: ovviamente è molto frequente nei piccoli (31% a 1-2 anni e 17% a 3-4 anni), ma il biberon è usato ancora dal 5% dei bambini tra i 5 e i 6 anni.
Nel 2015 la National Sleep Foundation (Nfs) americana ha aggiornato le proprie raccomandazioni sulla durata del sonno nelle varie età pediatriche.
I consigli sono di dormire 11-14 ore tra 1 e 3 anni
10-13 ore tra 3 e 5 anni,
e 9-11 ore tra 6 e 13 anni.
“Il sonno è un aspetto essenziale per il benessere psicofisico del bambino e importanti sono le implicazioni cliniche qualora un bimbo dorma in modo inadeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo – ricorda Luca Bernardo, responsabile rapporti con enti e istituzioni della Sipps
– Tuttavia, nessuno studio di popolazione era stato effettuato fino ad oggi in Italia e le nostre conoscenze si basavano su esperienze internazionali.
Credo che il progetto ‘Ci piace sognare’ meriti davvero un’attenzione particolare”.
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