SCIENZIATO RUSSO AFFERMA: «HO FOTOGRAFATO L’ANIMA»
http://www.korotkov.org/english.htm
Sarebbe un’aura fosforescente che resta intorno al corpo fino a 48 ore dopo il decesso
MOSCA, 14 ott-03 – Dell’ANIMA alcune filosofie dicevano di conoscere il peso: i 21 grammiche hanno pure dato il titolo a un film che vedremo presto sui nostri schermi. Di tanto infatti diminuirebbe il peso corporeo subito dopo la morte, significato di un’ANIMA che se ne va. Ma quell’ANIMA, che qualcuno sostiene di aver “pesato” nessuno fino a oggi l’aveva mai vista.
Nessuno a eccezione di uno scienziato russo, Kostantin Korotkov, fisico di San Pietroburgo, che oggi ha ufficialmente annunciato al mondo di essere riuscito a fotografare l’ANIMA al momento della morte. Korotkov sarebbe riuscito a fotografare, con apparecchiature speciali, le oscillazioni fosforescenti del campo elettromagnetico intorno al corpo di un morto che permangono, secondo il ricercatore, per un periodo fra le 8 e le 48 ore a seconda del tipo di decesso. La presenza di un’aura, equiparabile a un campo elettromagnetico luminoso intorno all’essere vivente, è sostenuta da numerosi insegnamenti tradizionali esoterici ed esistono persone che sostengono di essere in grado di vederla.
L’aura, essenza energetica diversa dall’ANIMA come intesa nel cristianesimo, viene anche usata quale riferimento diagnostico nelle medicine esoteriche, in quanto si ritiene che la sua composizione e colore muti con la presenza di malattie. Per Korotov più la morte è improvvisa e non naturale, più il corpo sottile, rappresentato dalle onde elettromagnetiche fosforescenti, resta a lungo vicino al corpo, quasi stentasse ad accettare l’improvvisa separazione.
Le ricerche di Korotov, che durano da due anni e hanno riguardato persone decedute fra i 19 e i 70 anni, trovano eco nelle principali credenze religiose tradizionali. Dal cristianesimo che impediva originariamente di seppellire i corpi prima di tre giorni, cioè dopo il distacco totale dell’ANIMA dal corpo, agli Egizi i quali credevano che dopo la morte una parte dell’ANIMA restava intorno al corpo tre giorni, un’altra quaranta e l’ultima, il Ka, ovvero il Doppio, sino alla disintegrazione totale del corpo. Per tale ragione gli egizi mummificavano il Faraone, cioè l’Uomo Perfetto, (nelle prime dinastie unico destinatario di questo rito) per evitare l’abbandono del Ka e la sua reincarnazione. (News2000)
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QUESTA LA NOTIZIA, PURTROPPO LE FOTO SONO GELOSAMENTE CONSERVATE DAL DR. KOROTKOV….SPIACENTI, dovete accontentarvi di questa foto del Dr. Baraduck ai primi del ‘900:
http://www.webalice.it/cipidoc/studio2.htm
Uno Scienziato Pesò l’Anima NEL 1907
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07/07/03 Tratto da: Unknown Country
Il Dott. Duncan MacDougall affermo’ nel 1907 che se esiste un’anima separatamente dal cervello e dal corpo, allora deve occupare uno spazio fisico e deve avere un peso, e ciò può essere misurato. L’esperimento da lui ideato consisteva nel pesare una persona prima e dopo la morte. La scienza dice che la materia può essere classificato in solida, liquida o gassosa, le quali sono tutte soggette alla gravità. MacDougall pensava che l’anima può appartenere ad una categoria nuova della quale non siamo consapevoli.
Ecco quanto da lui affermato in un resoconto scientifico pubblicato su una rivista Medica dell’epoca:
“Il Mio primo soggetto é un uomo morto di tubercolosi. Il paziente era sotto osservazione da tre ore e quaranta minuti prima della morte, su un letto di struttura leggera a cui ho collegato una bilancia.
“il confort del paziente è stato assicurato in ogni modo, benchè fosse praticamente moribondo quando é stato messo sul letto. E’ dimagrito lentamente alla velocità di un’oncia per ora dovuta all’ evaporazione dell’ umidità col respiro e col sudore.
“Dopo tre ore e quaranta minuti, in coincidenza con la morte, l’indice della bilancia colpì contro il limite inferiore della scala e rimase là senza rimbalzare. La perdita è stata accertata essere 3/4 di un’oncia.
“Questa perdita di peso non poteva essere dovuta ad evaporazione respiratoria e del sudore, perché era stato determinato essere, nel suo caso, di un sessantesimo di un’oncia per minuto, mentre questa perdita finale era stata improvvisa, nel volgere di qualche secondo.
“Anche un altro paziente era un uomo colpito da tubercolosi. Era sul letto da quattro ore e quindici minuti sotto osservazione del peso e si é trovato che perse un terzo di un’ oncia, un altro morto mostro un calo di mezza oncia, in coincidenza con la morte, ed una perdita addizionale di un’oncia alcuni minuti più tardi.”
Quando fece gli stessi esperimenti con gli animali, non riscontrò alcuna perdita di peso. MacDougall aggiunge, “Il risultato della serie dii esperimenti (sette casi) condotto su esseri umani, dimostra che vi é una perdita di sostanza al momento della morte non riferibile ai normali canali di comunicazione fra il corpo umano e l’ambiente. E’ la materia di cui é fatta l’anima? Sembrerebbe essere così, perciò ritengo di avere ottenuto la dimostrazione sperimentale che una sostanza capace di essere pesata lascia il corpo umano al momento della morte.”
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A sostegno di quanto suddetto, posso aggiungere che molti anni fà un infermiere Professionale mio amico, che lavorava presso un reparto di dialisi, mi rivelo’ di aver notato che i pazienti che muoiono durante la terapia -dato che i loro letti sono collegati a sensibilissime bilance elettroniche- perdevano inspiegabilmente peso dopo essere spirati.
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